BUENOS AIRES – L'Ecuador avrà una nuova Costituzione. La vittoria del "si" al referendum di ieri è stata schiacciante, con il 65% dei consensi e il 27% di "no". Sono questi i dati forniti dal Tribunale supremo elettorale (Tse) a Quito.
Il Presidente della Repubblica Rafael Correa, che ha fortemente voluto il nuovo testo costituzionale, ha sostenuto che «oggi l'Ecuador ha deciso la nascita di un paese nuovo» rivolgendo anche «un appello all'unità per avanzare verso questa nuova direzione appena decisa dal popolo».
Questi i punti salienti del referendum: il testo proposto consente la rielezione del presidente in carica, offre nuovi diritti di cittadinanza a una popolazione afflitta dalla povertà, inserisce il concetto di plurinazionalità a lingue e minoranze indigene (quechua e shuar), e vieta l'installazione di basi militari straniere. Promuove inoltre nuovi principi di inclusione sociale.
L'opposizione al presidente Correa, guidata da Jaime Nebot, che era tutta schierata con il No e concentrata principalmente nella regione di Guayaquil, ricca e affacciata sul Pacifico, ora teme un'eccessiva concentrazione di potere nelle mani di Correa, una riforma del potere legislativo e giudiziario, una nazionalizzazione delle risorse energetiche e una statalizzazione dell'economia.
La nuova Costituzione potrebbe preoccupare gli investitori stranieri perché di fatto assegna allo Stato il controllo del settore petrolifero, minerario e delle telecomunicazioni e attribuisce al presidente poteri in merito alla politica monetaria; che peraltro oggi non esiste, poiché la moneta nazionale, il sucre, non esiste più ed e' stata sostituita dal dollaro.
In un'intervista alla Cnn ieri sera Correa ha dichiarato che inizia una nuova era per l'Ecuador dopo «la lunga notte neoliberista». E' molto probabile che in gennaio vengano indette nuove elezioni amministrative e parlamentari.