NEW YORK - Ci sarà la crisi, ma il settembre nero per le borse mondiali ha portato un incasso d'oro nei forzieri di Barack Obama: 150 milioni di dollari in donazioni da sostenitori privati, che, mediamente spendono su Internet circa 86 dollari per uno. Un record storico. Sempre ieri la campagna Obama ha stabilito un altro record storico, questa volta per la raccolta totale: 600 milioni di dollari. Anzi, per la precisione, sono 618. Si diceva che per la Casa Bianca del 2008 di milioni ce ne sarebbero voluti 500. E tutti gridavano allo scandalo. Per primo John McCain che decise di sacrificare la raccolta diretta attraverso la macchina repubblicana alla certezza di ottenere fondi dello stato. Risulato: ha raccolto "solo" 332 milioni di dollari. Per un confronto, nel 2004 Bush ne aveva raccolti 370 contro il 348 di John Kerry. Quattro anni prima, Al Gore ne aveva raccolti 133 contro i 193 di Bush.
Gli aumenti sono dunque stati esponenziali: "è uno scandalo che si spenda tanto per una campagna elettorale…io sostengo la mia proposta di limitare il costo e di favorire i contributi dello stato" ha detto ieri McCain. Il candidato repubblicano ha fatto leggermente meglio negli ultimi sondaggi, è salito a 43,5 contro il 48,8% di Obama: dagli otto punti della settimana scorsa il distacco è di soli 5 punti. L'effetto Joe l'idraulico ha dunque funzionato. Ma sono risultati che non scontano due o tre cose imporanti avvenute negli ultimi giorni nel campo Obama.
La prima è l'appoggio di Colin Powell, giunto ieri mattina: «non lo faccio per questioni razziali, perché sono anch'io afroamericano, ma perchè credo che Obama sia davvero preparato e perché il Paese ha bisogno di un cambiamento che John McCain non potrà dargli», ha detto l'ex generale, ex capo delle forze armate, exo consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca, ex segretario di Stato, uno degli idoli del partito repubblicano lui stesso, più volte candidato ombra alla Casa Bianca.
Di certo per Obama il momento resta magico. Le raccolte di fondi avvengono anche in eventi con grossi donatori, sponsorizzati da artisti: Billy Joel e Bruce Springsteen hanno organizzato un concerto a suo favore a New York e Bon Jovi ne ha fatto un altro a Filadelfia. I soldi servono. La settimana scorsa Obama ha speso 39 milioni di dollari contro 11,1 milioni di dollari spesi dalla campagna McCain. Soltanto in Florida Obama ha speso 4,6 milioni di dollari contro 1,4 milioni di dollari di McCain. Lo stesso vale per l'organizzazione logistica: In Ohio, uno stato chiave, McCain ha 45 uffici locali, Obama ne ha 76. In Pennsylvania, un altro stato chiave, Obama ha 83 uffici contro i 30 di McCain. La forza d'urto del candidato democratico è fortissima sotto ogni punto di vista. Un altro record? Quello della folla più grande di questa campagna: 100.000 persone a St. Louis, la città più grande del Missouri un altro stato chiave. A Kansas City, la città più grande del Kansas, stato fermamente repubblicano, Obama ha raccolto 75.000 persone. Tutto in discesa dunque? A due settimane dal voto sembrerebbe di sì. A meno di grosse sorprese, Obama potrebbe davvero essere il prossimo presidente degli Stati Uniti ed esercitare un appeal senza precedenti nei Paesi del mondo industrializzato.
