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Pio XII, polemica mondiale

di Elysa Fazzino

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20 OTTOBRE 2008

Le polemiche sul silenzio di Pio XII nel condannare l'Olocausto divampano anche sui siti della stampa estera.
Il britannico Independent se ne occupa in un una corrispondenza da Roma di Peter Popham dal titolo «The unholy legacy of Pius XII» ( che si può tradurre «L'infame retaggio di Pio XII») . Le «guerre» sul desiderio del Vaticano di santificare Papa Pio XII osserva Popham infuriano da tempo. Ora si sono riaccese con le dichiarazioni del prete gesuita Peter Gumpel, incaricato del processo di canonizzazione, secondo cui Benedetto XVI non può visitare Israele finché nel museo dell'Olocausto di Gerusalemme non sarà tolta una targa che si riferisce in modo «denigratorio» a Pio XII.
L'austero Pio XII, scrive Popham, «è considerato dai cattolici conservatori uno dei più grandi Papi moderni». La richiesta di beatificazione, secondo il giornalista presso il Vaticano Robert Mickens, citato nell'articolo, era stata avanzata da Paolo VI «con la stessa sorta di urgenza e certezza» di «quando Giovanni Paolo II aprì il caso di Madre Teresa».

«Era un deciso anticomunista»
Ma il Pio XII descritto nel museo dell'Olocausto «è una figura molto diversa». Incluso tra gli «ingiusti», cioè coloro che sono direttamente o indirettamente responsabili dell'Olocausto, «è castigato» su un grande pannello affisso nel museo. Al centro della disputa, «è la mancanza da parte di Pio XII di qualsiasi forma di protesta, verbale o scritta, mentre milioni di ebrei in tutta Europa venivano portati alle camere a gas». L'articolo cita le testimonianze del rappresentante britannico presso la Santa Sede, Sir D'Arcy Osborne, «praticamente prigioniero in Vaticano dopo l'occupazione nazista di Roma», al quale nell'ottobre del 1943 il Papa disse che fino a quel momento i tedeschi si erano comportati «correttamente». «I sostenitori di Pio XII affermano che il silenzio era necessario: protestare avrebbe esposto all'attacco nazista la Chiesa e i cattolici in tutta Europa e reso vulnerabile lo stesso Papa». Inoltre sottolineano che migliaia di ebrei furono nascosti e protetti da singoli preti e suore. E dicono che la sua canonizzazione è per la Chiesa un fatto puramente interno. Secondo Mickens, i sostenitori di Pio XII lo vedono come «una figura di ragione e stabilità» e apprezzano il fatto che era un «deciso anticomunista».

L'Independent cita anche Robert Katz, autore di vari racconti di Roma sotto l'occupazione nazista: «Sostengono che sarebbero accadute cose peggiori se lui avesse parlato. Ma cosa poteva succedere di peggio di quello che è successo?».«E' vero che ha fatto quel che poteva per salvare il Vaticano. Ed è vero che ci furono molti atti individuali di cattolici per salvare gli ebrei. Ma non furono ordinati dal Vaticano». «Se lo facessero santo», continua Katz, si sancirebbe come modello «una passività che era spesso indistinguibile dalla complicità».

La polemica si riaccende esattamente 50 anni dopo la morte di Pio XII. «I suoi sostenitori sono estremamente frustrati», nota Mickens, poiché speravano in una canonizzazione in tempo per l'anniversario. In questa situazione, perfino Benedetto XVI, «uno degli ardenti ammiratori di Pio XII» ora dichiara una «tregua» e, stando a quanto dichiara il portavoce papale, ritiene opportuno un periodo di più profonda riflessione.

Per il Telegraph, il Papa non intende rinunciare al piano di beatificare «un Papa controverso», nonostante le critiche degli ebrei: «Il Vaticano si è mosso per assicurare che gli sforzi per beatificare Pio XII non siano fatti deragliare dalle sempre più aspre polemiche sulle critiche degli ebrei al Papa della Seconda Guerra Mondiale». I «duri» del Vaticano, scrive il Telegraph, hanno avvertito che Papa Benedetto XVI sta tergiversando sull'avvio del processo formale di santificazione per mantenere buone relazioni con Israele. Il Vaticano ha preso le distanze dalle dichiarazioni relative alla targa, mentre Israele ha reiterato il suo invito al capo della Chiesa cattolica. La posizione ufficiale del Vaticano, spiega l'articolo, «è che Pio XII ha lavorato per salvare quanti più ebrei poteva ma attraverso discreti canali diplomatici perché un intervento più vigoroso avrebbe peggiorato la situazione». Il Vaticano, si legge sul Telegraph, sottolinea che aveva ordinato alle chiese e ai conventi in Italia di nascondere gli ebrei e che i diplomatici vaticani in Europa avevano aiutato molti ebrei a scappare dai campi di concentramento rilasciando loro falsi passaporti. Alla messa di commemorazione, ricorda l'articolo, Benedetto XVI ha detto che Pio XII ha lavorato «in segreto e silenziosamente» per «evitare il peggio e salvare il maggior numero possibile di ebrei».

La vicenda fa presa anche sui siti spagnoli. «Roma annuncia che non congelerà il processo di santificazione di Pio XII», titola Abc, osservando che la Santa Sede prende tempo per dimostrare la sua resistenza al genocidio. «Fedele al suo spirito di studioso, Benedetto XVI vuole analizzare con calma la documentazione» e non essere sottoposto a pressioni. Il papato di Pio XII durante la Seconda Guerra Mondiale, osserva Abc, fu segnato da «n'enorme campagna di discredito» da parte dell'Unione Sovietica. Le parole di difesa di Pio XII pronunciate da Benedetto XVI durante la messa a San Pietro sono ricordate nelle notizie d'agenzia pubblicate da El Pais con il titolo: «Il Papa non visiterà Israele finché non sarà soppressa una frase su Pio XII nel museo dell'Olocausto».

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