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La sorpresa dei russi per il candidato «chernokozhij» (di pelle nera)

di Piero Sinatti

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4 novembre 2008

La Russia mostra un grande interesse per le elezioni presidenziali americane. Anche in questi giorni di vacanza per la nuova festività del 4 novembre, giorno dell' "unità nazionale", in cui i media cartacei non escono, quelli on.line e quelli televisivi continuano a dedicare uno spazio molto ampio a servizi, interviste, commenti e cronache al grande evento di oltre Atlantico.

Il due più importanti canali russi di notizie 24 ore su 24, in onda sul satellite Hotbird, come "Vesti", in russo, (è anche on line: www.vesti.ru), e "Russia Today", in inglese, (anch'esso on line www.russiatoday.ru) prevedono lunghe non stop dedicate al voto Usa, con folta presenza di politologi ed esperti, anche di rango accademico. Finora non sono state lesinate le informazioni, comprese quelle di carattere tecnico-politico. Per esempio sul sistema elettorale americano, sulla differenza tra il voto popolare e il voto degli Stati nel quadro di una struttura autenticamente federale come quella americana. Anche i principali canali destinati alla Russia (che si possono ricevere via satellite, nelle loro edizioni internazionali) – come il "Rossija" e il "Canale 1" – danno significativo rilievo nei loro Tg al voto in Usa.

È stata sottolineata da tutti i media con una certa enfasi la peculiarità del voto del 5 novembre: la presenza di un candidato chernokozhij, ovvero di "pelle nera", come si definiscono i neri in Russia, aese in cui il politicamente corretto non è un obbligo. E in cui i caucasici o i centroasiatici, scuri di pelle, sono chiamati chernozhepy, ovvero "sederi neri"). Le foto dei due candidati sono ormai di casa sugli schermi delle tv russe e su quelli del Ru.net, ovvero l'Internet russo. Non si disdegnano le caricature. Come quelle apparse nei giorni scorsi su quotidiani autorevoli come la "Nezavisimaja Gazeta" e le "Izvestija": quest'ultime mostrano due buffi McCain e Obama spasmodicamente tesi nello sforzo di alzare un pesante piedistallo con la statuetta dell'ormai proverbiale "idraulico Joe".

Su un sito di news russo di solito serio e seriamente informato (www.newsru.com), è passato con forte gradimento lo spettacolo irriverente, trasmesso dall'America su YouTube, di una superdotata pornostar americana travestita da Sarah Palin, mentre si esibisce con occhiali, senza veli e con forme debordanti in un montaggio, che l'affianca al somigliantissimo originale. L'interesse, tuttavia, tocca principalmente i politici. Mercoledì mattina, il presidente Medvedev atteso in Tv e on line (sul suo sito www.kremlin.ru) per il suo messaggio annuale al Parlamento, non mancherà di parlare dei rapporti tra Usa e Russia. Tuttavia, tra Cremlino, Casa Bianca (quella sulla Moscova dove sta ora Putin, da premier) e piazza Smolensk (dove ha sede il ministero degli esteri russo), sono stati mantenuti uno strettissimo riserbo e la massima neutralità.

Molti politici, anche di livello medio alto, si sono invece espressi con chiarezza. Per esempio, il vice speaker della Duma Aleksandr Babakov, appartenente alla cosiddetta ala sinistra del "partito del potere", il partito "Russia Giusta" (Sr), ha dichiarato all'agenzia che «per la Russia sarebbe preferibile la vittoria di Obama, se non altro per l'assenza nei suoi discorsi di quell'aperta russofobia, in cui più di una volta si sono distinti i candidati repubblicani». Evidentemente, Babakov non ha letto gli interventi ben poco russofili dei principali consiglieri per la politica estera del candidato democratico. Per l'ottimista Babakov, l'ascesa di Obama alla Casa Bianca (quella di Washington, Dc) «darà all'economia mondiale la possibilità di uscire più rapidamente dalla crisi finanziaria»; al mondo «la speranza di una più rapida conclusione della guerra in Iraq»; alla Russia e agli Usa la possibilità di migliorare i loro rapporti e uscire "dalle chimere" di una nuova guerra fredda.

Stupiscono le dichiarazioni di un personaggio noto per il suo sciovinismo, non scevro di punte di razzismo: il leader del Partito (da sempre presente alla Duma) liberal-democratico Vladimir Zhirinovskij, detto dai russi Zhirik, anch'egli vicespeaker della Duma. Secondo il popolare e tonitruante Zhirik, Obama è «un uomo giovane, di prospettiva, autenticamente democratico» che muterà non solo la politica interna degli Stati Uniti, ma anche quella internazionale. La renderà «più conveniente alla Russia». Chissà come e perché. Inoltre, Zhirinovskij - il politico russo che ebbe strettissimi e più che amichevoli rapporti con Saddam Hussein - si aspetta che Obama, a sei mesi dal suo insediamento, riesca a «tirar fuori dall'Iraq i soldati americani». Pessimista, invece, il leader inossidabili dei comunisti russi, Gennadij Zjuganov. Per lui «chiunque vada alla Casa Bianca, condurrà nei confronti della Russia la stessa poco amichevole politica che Washington ha condotto negli ultimi anni».

Secondo Gennadij Andreevich, sarà sostenuta anche da Obama la politica di espansione della Nato a est e si continuerà ad «appoggiare il regime criminale di Saakashvili in Georgia». E si continuerà la politica fin qui attuata in Iraq e Afghanistan. In sostanza si continuerà a cercare di restringere l'influenza russa nei paesi dell' «estero vicino», cioè quelli ex-sovietici. Per i politici liberali Mitrokhin e Gozman (leader rispettivamente di "Jabloko" e dell'"Unione delle forze di destra", o Sps), la Russia potrà trattare meglio con Obama che con McCain. Quest'ultimo «approfondirebbe la crisi esistente in tutte le direzioni, militare e di politica internazionale». Quanto all'elezione di un "chernokozhij" alla guida sdegli Usa, ha detto Mitrokhin, si tratta di un messaggio di cambiamento e di speranza lanciato dagli americani al mondo. In Russia sono stati effettuati sul voto americano sondaggi popolari. La preferenza è andata ad Obama. Un vero progresso anche in Russia, dove ancora il colore scuro della pelle non è particolarmente apprezzato.

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