Con il 75,5% di sì all'autodeterminazione, in Groenladia è passato il referendum che spiana la strada a una futura indipendenza dalla Danimarca della seconda isola più grande del mondo. Con la riforma dello statuto dell'autonomia, i groenlandesi - prevalentemente di etnia Inuit - ottengono il riconoscimento come popolo e potranno gestire in proprio le risorse naturali della loro terra, dal petrolio al gas, dai diamanti al piombo. E con il diritto all'autodeterminazione si prospetta la possibilità di arrivare, dopo tre secoli, all'indipendenza da Copenaghen.
Il nuovo statuto dell'isola artica, che entrerà in vigore il 21 giugno, prevede anche una polizia autonoma e il riconoscimento della lingua locale, una variazione dell'idioma eschimese. Alta l'affluenza alle urne: hanno votato il 72% dei 39mila elettori.
La Groenlandia, che già nel 1982 uscì dall'Unione europea con un referendum, ha un'economia basata soprattutto sul turismo e la pesca. Gli abitanti dell'isola ritengono che lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi sotto i ghiacci possa soppiantare i contributi elargiti dalla corona danese, che lo scorso anno hanno raggiunto i 420 milioni di euro.