Due lenzuola bianche. Il simbolo del panico della scorsa notte sono due lenzuola bianche legate a una finestra al primo piano dal Taj Mahal di Mumbai. Gli ospiti rimasti prigionieri dell'albergo più famoso dell'India non hanno lasciato nulla di intentato per sottrarsi alla carneficina che ieri ha sconvolto la capitale finanziaria del Paese. E oggi l'ha trasformata in una città fantasma.
È un clima irreale quello che si respira stamane nella ex Bombay. Negozi, uffici, scuole. Sono tutti chiusi. Il traffico che di solito procede a passo d'uomo dall'alba al tramonto è di fatto inesistente. I mumbaikars, così si chiamano gli abitanti della città più popolosa dell'India, hanno ascoltato il consiglio dato dal loro chief minister: "La città è pericolosa, restate in casa". Il coprifuoco è pressoché totale. Gli alberghi hanno ricevuto l'ordine di non accettare nuovi clienti e i pochi curiosi che hanno distolto lo sguardo dai canali all news in hindi e marathi che seguono in diretta l'evolversi della crisi si sono raccolti ad alcune decine di metri dal complesso dell'Oberoi Trident da dove si sentono distintamente le raffiche di mitra e le esplosioni di una battaglia che dura ormai da 24 ore.
Situazione appena più tranquilla al Taj Mahal dove il cordone di polizia è meno asfissiante e dove teoricamente non ci dovrebbero esserci più ospiti intrappolati. Ma alle 5 di pomeriggio locali continuavano a sentirsi esplosioni. Segno che i terroristi asseragliati all'interno non erano ancora stati fermati dalle forze di sicurezza.