Nelle prossime gli importatori del gas russo in Europa potrebbero tirare un sospiro di sollievo. All'ultimo minuto l'Ucraina ha annunciato il pagamento del debito che aveva accumulato per il gas russo ricevuto negli ultimi due mesi del 2008. Il gruppo energetico statale Naftogaz ha comunicato ieri sera di aver accreditato la somma di 1,5 miliardi di dollari sul conto della società di intermediazione Rosukrenergo per le forniture di novembre e dicembre. «Questo significa che sono stati eliminati tutti gli ostacoli che bloccavano la conclusione con i partner russi di accordi reciprocamente vantaggiosi sulle forniture di gas ai consumatori ucraini nel 2009», ha sottolineato un portavoce del presidente ucraino, Viktor Yuschenko. Più cauta Gazprom, per la quale è «troppo presto» per parlare di un accordo, anche perché Mosca chiedeva 2,1 miliardi di dollari.
Il rimborso dei debiti miliardari era una condizione alla quale Gazprom aveva vincolato le esportazioni verso l'Ucraina nel 2009. In caso di mancato accordo, domani a mezzanotte Gazprom chiuderà i rubinetti, mettendo a rischio il transito di gas verso l'Europa, com'era già accaduto nel gennaio del 2006, quando l'Ucraina dirottò nel proprio sistema interno di gasdotti una parte consistente del metano destinato all'Europa e in particolare all'Italia. Mentre Kiev ha dichiarato che il denaro sarebbe stato inviato, ieri sera il rappresentante di Gazprom, Serghej Kuprijanov, ha avvisato che i bonifici ucraini non erano ancora accreditati. «È ancora prematuro affermare che il debito sia stato saldato», ha detto Kuprijanov, secondo il quale i preparativi per la sospensione delle forniture all'Ucraina resteranno in vigore fino al ricevimento dei soldi.
La Russia ha inoltre precisato che si tratta di una parte dell'intero debito ucraino, che il Cremlino aveva stimato a 3,1 miliardi di dollari, di cui 2,1 miliardi sarebbe il debito di Naftogaz, mentre un miliardo sarebbe stato accumulato dal predecessore di Naftogaz, la società mista russo-ucraina Rosukrenergo, registrata in Svizzera, che fino al 2008 aveva importato metano da Gazprom.
Mentre il problema del debito sembra essere stato risolto - almeno a grandi linee - resta invece ancora aperto quello del contratto per il 2009: la Russia da tempo insiste sull'abolizione di prezzi «politici e sovvenzionati» di gas per le repubbliche ex sovietiche e chiede all'Ucraina per mille metri cubi di metano 418-450 dollari anziché i 179,5 dollari attuali. Da parte sua il Governo di Kiev prepara una stangata sulle tariffe di transito che Gazprom paga per poter esportare il gas in Europa.
Lunedì, nel corso di una lunga conversazione telefonica con Yuschenko, il primo ministro russo, Vladimir Putin, ha fatto alcune proposte sul prezzo del metano russo per il periodo 2009-2011. In particolare Mosca ha proposto di fissare a 250 dollari il prezzo di mille metri cubi di gas e pagherebbe in anticipo il transito di metano per tutto il 2009. Da parte sua Kiev dovrebbe mantenere per tutto l'anno prossimo il costo attuale di 1,7 dollari che Gazprom paga per il trasporto verso l'Europa di mille metri cubi di gas per 100 chilometri.
La seconda proposta prevede invece il passaggio nel 2009 a un sistema di prezzi di mercato, che dovrebbe basarsi sul prezzo medio europeo di 450 dollari per mille metri cubi, con un parallelo aumento dei costi di transito: nel 2009 Gazprom sarebbe disposto a vendere il gas con uno sconto del 30%, per ridurlo al 20% nel 2010, mentre nel 2011 l'Ucraina dovrà pagare il prezzo intero.
Per liberarsi dalla dipendenza dall'Ucraina Gazprom sta costruendo due nuovi gasdotti, uno dei quali attraverserà il Mar Baltico per arrivare in Germania, mentre l'altro passerà sotto il Mar Nero e collegherà i terminali russi ai Paesi dell'Europa centrale e meridionale.
