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Il Vaticano: l'Onu non depenalizzi l'omosessualità

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2 dicembre 2008

Il Vaticano prende posizione contraria alla proposta che la Francia, a nome dei 25 Paesi della Unione europea, si appresta a fare all'Onu per la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo. Il rappresentante della Santa Sede alle Nazioni Unite, mons. Celestino Migliore, ha spiegato che nei confronti delle persone omosessuali la Chiesa intende evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, «ma qui - ha avvertito - la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». «Per esempio - è il ragionamento di mons. Migliore - gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come matrimonio verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».

Una presa di posizione, quella vaticana, che fa indignare i movimenti di gay e lesbiche, i quali accusano la Santa Sede di criminalizzare l'omosessualità. «Le argomentazioni addotte - attacca Franco Grillini, storico leader degli omosessuali italiani e presidente dell'agenzia d'informazione Gaynet - sono totalmente prive di fondamento. Si tratta dell'ennesima posizione di retroguardia espressa dal Vaticano come Stato che peraltro non aderisce all'Onu non avendo firmato la dichiarazione dei diritti umani». «La situazione grottesca - continua Grilini - è quindi quella di uno stato teocratico e autoritario che in qualità di osservatore alle Nazioni unite, lavora costantemente per negare quei diritti umani riconosciuti in tutto l'Occidente».

E dopo l'intervento di mons. Migliore, precisa la posizione del Vaticano il direttore della sala stampa padre Federico Lombardi, sottolineando che «nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali»: «I noti principi del rispetto dei diritti fondamentali della persona e del rifiuto di ogni ingiusta discriminazione - che sono sanciti a chiare lettere nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica - escludono evidentemente non solo la pena di morte, ma tutte le legislazioni penali violente o discriminatorie nei confronti degli omosessuali». «Ma qui - prosegue padre Lombardi - si tratta di altro, non solo di depenalizzare l'omosessualità come è stato scritto, ma di introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo. Ciò può diventare chiaramente strumento di pressione o discriminazione nei confronti di chi - solo per fare un esempio molto chiaro - considera il matrimonio fra uomo e donna la forma fondamentale e originaria della vita sociale e come tale da privilegiare. Non per nulla meno di 50 Stati membri delle Nazioni Unite hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito».

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