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Caso Battisti, l'Italia richiama l'ambasciatore in Brasile

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27 gennaio 2009

L'Italia ha deciso di richiamare l'ambasciatore a Brasilia. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, sentito il Presidente del Consiglio «ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell'ambasciatore d'Italia in Brasile Michele Valensise», si legge in una nota della Farnesina. La decisione è stata presa in seguito agli sviluppi del caso Cesare Battisti. «Riteniamo che Cesare Battisti sia un terrorista comune, che non merita assolutamente il riconoscimento dello status di rifugiato», ha spiegato il ministro Frattini.

Per questa settimana è infatti attesa la decisione della Corte suprema federale del Brasile sulla richiesta della Procura generale di chiudere il caso Battisticon un'archiviazione. Sulla sorte dell'esponente dei "Proletari armati per il comunismo", condannato in Italia a 4 ergastoli, la suprema Corte aveva, infatti, chiesto il parere del procuratore generale Antonio Fernando de Souza, che si è detto a favore dell'estinzione del procedimento di estradizione e della liberazione di Battisti, detenuto in un carcere di Brasilia dal 2007, quando fu arrestato a Rio de Janeiro.
Il procuratore, nel suo parere, fa riferimento alla legge 9474 del 1997, che regola i principi per la concessione dell'asilo politico. A sua avviso, questa norma prevede chiaramente che il riconoscimento dello status di rifugiato politico impedisce il proseguimento di qualsiasi richiesta di estradizione. Souza poi sottolinea che la Corte suprema ha di recente ribadito la costituzionalità di quella legge e affermato chiaramente che la decisione di concedere l'asilo è di competenza politica e dipende dal potere esecutivo.

Il parere del procuratore è solo l'ultimo capitolo di una vicenda che ha portato a una crisi diplomatica tra l'Italia e il Brasile, con la decisa protesta di Roma alla scelta del ministro della Giustizia brasiliano, Tarso Genro, di concedere l'asilo all'ex terrorista il 13 gennaio scorso.
A questo punto l'unica possibilità per l'Italia di vedere esaudita la richiesta di estradizione è che la Corte suprema brasiliana cambi la legge del 1997, che prevede che con la concessione dello status di rifugiato decada automaticamente ogni possibilità di estradizione. La norma fu varata per salvare un sacerdote colombiano, Oliverio Medida, accusato di far parte della guerriglia Farc.
Ieri, il ministro italiano dell'Interno, Roberto Maroni, ha dichiarato che della vicenda si devono occupare «il presidente Berlusconi e il Governo» che devono «valutare cosa fare in occasione del prossimo G-8». «Non sta a me ovviamente prendere decisioni», ha aggiunto, «fare tavoli e accordi con chi ti considera un Paese dove chi viene condannato rischia di essere ammazzato o torturato...». Il riferimento del ministro è alla motivazione con cui è stato concesso l'asilo a Battisti: il timore che, se estradato in Italia, possa appunto essere torturato e ucciso.

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