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La crisi del gas: domande e risposte

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2 gennaio 2009

Perché il confronto tra Russia e Ucraina si rinnova ogni anno?
I contratti bilaterali per le forniture di gas alle ex repubbliche sovietiche sono negoziati su base annuale, a differenza di quelli a lungo termine stipulati da Gazprom con i Paesi dell'Unione europea, che nel 2006 sono stati estesi di 15-20 anni. Questi ultimi sono legalmente vincolanti, soggetti ad arbitrato internazionale in caso di mancata consegna. Nel caso dell'Ucraina invece le quantità, i prezzi e il costo del transito, ridiscussi ogni anno, finiscono inevitabilmente ostaggio del clima politico tra i due Paesi.

Non tutti i clienti sembrano uguali. Perché c'è una differenza di prezzo così grande tra i vari mercati?
Le repubbliche che un tempo facevano parte dell'Urss, dunque anche l'Ucraina, stanno lentamente accettando la richiesta di Gazprom di adeguarsi ai prezzi di mercato. Ma di fatto continuano a ricevere i sussidi di un tempo anche se i Paesi baltici, dati i rapporti difficili, sono stati i primi a dover passare ai livelli mondiali. Bielorussia e Armenia, rimaste fedeli al Cremlino, godono di prezzi molto inferiori: ma Gazprom ha iniziato a premere anche con loro per un adeguamento graduale.

Perché l'Ucraina è un nodo cruciale?
Attraverso il territorio ucraino transita circa l'80% del gas russo esportato nell'Unione Europea: un fattore che ha dato a Kiev un'arma di pressione importante. Le prime dispute con Mosca sui prezzi o sul mancato pagamento dei debiti scoppiarono subito dopo il crollo dell'Urss, dal 1992 in poi. Da allora Mosca sostiene di aver sussidiato l'economia ucraina per miliardi di dollari – un miliardo all'anno per la precisione, sostiene Vladimir Putin, denaro sottratto al budget russo. La determinazione del Cremlino di portare i prezzi del gas ai livelli di mercato si è rafforzata con la vittoria della Rivoluzione arancione di Viktor Yushchenko, che ha portato l'Ucraina lontano dall'orbita di Mosca.

Che cosa è cambiato per l'Europa dal 2006?
Incoraggiata dagli Stati Uniti, l'Europa ha accelerato gli sforzi per ridurre la propria dipendenza dal gas russo, puntando su nuovi reattori, sulle energie alternative e sugli impianti di rigassificazione del gas liquido. L'eventualità di una riduzione della domanda europea dovrebbe spingere il Cremlino a evitare una ripetizione della crisi.

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