Si fanno sempre più insistenti le voci di un imminente attacco di terra israeliano nella Striscia di Gaza: dopo le anticipazioni del "Times" di Londra, secondo il quale l'attacco inizierebbe appena terminata l'evacuazione degli stranieri da Gaza, ora è l'emittente araba al Jazeera a rivelare che Israele avrebbe inviato un messaggio telefonico registrato in lingua araba ai palestinesi di Gaza, per invitarli a lasciare le proprie abitazioni. Questo sarebbe il modo scelto da Israele per avvertire i civili della Striscia sui pericoli della grande offensiva militare in corso, secondo quanto riferisce l'emittente araba. I soldati e i carri armati israeliani, però, sono ancora fermi in attesa di un eventuale ordine di attacco.
Intanto una fregata e un sommergibile al largo della costa a nord-ovest di Gaza hanno aperto il fuoco contro una banchina dove sono ormeggiati dei pescherecci. In contemporanea aerei dell'aviazione israeliana stanno bombardando il sud-ovest, in particolare l'area abitata di Zayituna. Sono stati colpiti alcuni villaggi, per lo più disabitati e senza corrente elettrica.
L'operazione israeliana "Piombo fuso", giunta al suo ottavo giorno, ha colpito ancora duramente Hamas: dopo l'uccisione giovedì del dirigente Nizar Rayan, i bombardamenti hanno provocato la morte di Abu Zakaria al-Jamal, altro importante leader dell'ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam. L'uccisione è arrivata poco dopo che il leader del movimento di resistenza islamico in esilio a Damasco, Khaled Meshaal, avvertiva Israele della sconfitta nel caso di un'invasione della Striscia di Gaza. «Siamo pronti alla sfida, questa battaglia ci è stata imposta e confidiamo nella vittoria, perché abbiamo fatto i nostri preparativi», ha messo in guardia.
Le stesse Brigate Ezzedine al-Qassam, però, hanno anche hanno annunciato di aver respinto un tentativo d'infiltrazione via terra nella Striscia di Gaza da parte di un commando delle forze speciali israeliane: queste ultime, la cui consistenza numerica non è stata precisata, sarebbero state intercettate da miliziani delle Brigate mentre cercavano di superare il valico di confine che immette nel sobborgo di Shijaiyah, alla periferia orientale di Gaza città. Non ci sarebbero stati feriti da nessuna delle due parti. Un portavoce dell'Esercito in Israele si è limitato a dichiarare di non essere a conoscenza dell'episodio, puntualizzando tuttavia che dall'inizio della campagna di bombardamenti aero-navali contro la Striscia, otto giorni fa, nessun soldato vi è finora
sconfinato.
Intanto, dopo un lungo silenzio, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush è intervenuto sulla situazione in Medio Oriente, definendo "atti di terrorismo" i lanci di missili da parte di Hamas contro Israele. Secondo Bush, che ha affrontato il tema nel suo discorso alla nazione, è anche necessario raggiungere un cessate-il-fuoco stabile e duraturo che garantisca la sicurezza dello stato di Israele ponendo fine agli attacchi palestinesi dalla striscia di Gaza. Bush ha aggiunto che una delle condizioni necessarie per il cessate-il-fuoco è l'interruzione delle attività di contrabbando che riforniscono di armi la guerriglia palestinese, guidate da Siria e Iran, «il cui obiettivo è la distruzione di Israele». Inoltre, secondo il sito israeliano Debkafile, dedicato alle questioni di intelligence, sabato in una telefonata al primo ministro israeliano Ehud Olmert il presidente americano George W. Bush avrebbe dato il via libera per l'operazione di terra.
Sul fonte umanitario, l'Onu denuncia una situazione «sempre più critica» nella Striscia di Gaza, nonostante gli aiuti che continuano a giungere da tutto il mondo. L'allarme è stato lanciato da Maxwell Gaylard, coordinatore umanitario dell'Onu per i Territori palestinesi, in dichiarazioni che la Bbc ha pubblicato sul suo sito Internet. Fonti delle Nazioni Unite hanno inoltre ribadito che almeno 100 delle oltre 400 vittime causate dai raid sono civili. «L'emergenza è sempre più grave, è vero che gli aiuti arrivano ma è vero anche che ci sono anche situazioni di grave difficoltà sul piano sanitario e delle scorte alimentari», ha detto Gaylard. Secondo il ministero degli esteri israeliano, dall'inizio dell'operazione "Piombo Fuso" sono entrate a Gaza 7.800 tonnellate di generi di prima necessità e che le scorte sono sufficienti. L'Ong britannica Oxfam, tuttavia, sostiene che l'acqua potabile scarseggia e che le scorte di carburanti e di generi alimentari sono insufficienti.
Venerdì Christine Van Nieuwenhuyse, rappresentante del programma alimentare mondiale, ha definito la situazione alimentare a Gaza «spaventosa», spiegando in un comunicato che «molti prodotti alimentari di prima necessità non sono più disponibili» e che, per sopperire alla carenza, sono necessari circa 9 milioni di dollari (6,4 milioni di euro): «La penuria di grano fa sì che la maggioranza dei forni e delle panetterie abbiano cessato l'attività a Gaza e il pane, prodotto di base dei palestinesi, è venuto a mancare improvvisamente», ha spiegato. Nella Striscia anche i medicinali cominciano a scarseggiare.
Venerdì sempre l'Onu aveva comunicato che un quarto delle vittime complessive sono civili: si tratta circa di cento palestinesi rimasti uccisi in sette giorni nella Striscia di Gaza. I feriti sono almeno duemila.
