Orchestrale, esperto di informatica, responsabile operativo del World economic forum (Wef).
Dietro i modi pacati di André Schneider, 49 anni, si cela una carriera piena di svolte. Dapprima ha abbracciato la musica classica, suonando tra l'altro per la Filarmonica di Berlino.
Poi è passato all'Information technology, diventando consulente e lavorando anche per Ibm consulting group. Nel 1998 l'approdo al Wef, dove dal 2003 fa parte del managing board. Schneider è managing director e Coo (Chief operating officer), di fatto sul piano della gestione è il numero due del Wef, che è presieduto dal fondatore Klaus Schwab.
È vero che il Wef è alla vigilia di nuovi rilevanti investimenti?
Spenderemo 28 milioni di franchi (quasi 19 milioni di euro) per la costruzione di un nuovo edificio a Cologny (Ginevra). Si tratta di un investimento che sarà realizzato in parte grazie alle riserve della Fondazione, in parte grazie ad un prestito ipotecario. Per noi è importante poter concentrare le attività, oggi una parte del nostro personale lavora nell'edificio già esistente a Cologny, un'altra parte in uffici a Ginevra. Riunendo il personale e le strutture, potremo tra l'altro risparmiare quello che spendiamo oggi in affitti a Ginevra.
Come mai fate un investimento di questo tipo in una fase di crisi?
Noi vogliamo andare avanti con i nostri programmi. Il contesto generale di crisi economica non deve fermare le iniziative che possono essere sostenute da risorse adeguate. E noi disponiamo di risorse finanziarie in grado di permetterci la realizzazione dei programmi, grazie al successo delle iniziative e grazie ai capitali della Fondazione, che è un'organizzazione non profit e che quindi utilizza il risultato finanziario positivo per investimenti nelle stesse attività del World economic forum.
Ecco, la Fondazione. E' l'organismo che sta al vertice della vostra organizzazione e che ogni tanto viene criticata per mancanza di trasparenza. Qual è la vostra risposta?
Le critiche rivolte anni fa alla Fondazione, soprattutto da parte di organi di informazione americani, derivavano probabilmente da una mancata comprensione dei meccanismi di funzionamento della Fondazione stessa. L'argomento della mancanza di trasparenza nelle attività di quest'ultima non aveva e non ha fondamento, come è stato già chiarito all'epoca. Si tratta di una Fondazione privata elvetica, le cui attività sono sottoposte al controllo dello Stato svizzero. Un controllo che rappresenta un'ulteriore garanzia di correttezza e trasparenza.
La città di Davos sta a sua volta investendo?
Sappiamo che il Comune di Davos intende attuare un rilevante investimento per l'ampliamento del Centro congressi. Questo ci fa naturalmente piacere, perché il World economic forum è fortemente legato a Davos e la città può contare su effetti positivi sia dal punto di vista economico che da quello dell' immagine, grazie al forum annuale.
Di tanto in tanto risorge la voce che il Forum si sposterà da Davos. C'è qualche progetto?
Credo che il convegno annuale centrale del World economic forum rimarrà in futuro a Davos. Francamente, non vediamo ragioni per uno spostamento in un'altra città.
L.Te.
