Sospesa come una spada di Damocle sulle passerelle di Milano Moda Uomo, la crisi è il filo conduttore dei titoli sui siti esteri, anche quando la si vuole esorcizzare. Sobrietà è una delle parole più ricorrenti.
«Tempi bui: le paure della recessione incombono sulle sfilate di Milano», titola il Guardian. E' il primo appuntamento per le collezioni uomo da quando è arrivata la crisi economica, osserva il quotidiano britannico. Nemmeno vedere lo smagliante David Beckham in prima fila ha fatto granché per togliere il clima di tristezza: i designer devono cercare di vendere il lusso in un momento negativo e, «per di più, presentano la loro visione per l'autunno, quando la recessione potrebbe essere peggiore». Il Guardian parla di atmosfera «sottotono», niente feste eclatanti questa volta. La presenza di Beckham – secondo il giornalista - riflette l'approccio «business» di Giorgio Armani, che spera di rafforzare l'attrattiva della sua linea più economica grazie a lui e alla moglie Victoria, che è l'attuale volto della linea intimo Emporio Armani. «I designer hanno fatto eco alle prospettive pessimistiche optando per collezioni "sicure"». La collezione di Burberry è stata definita dal creative director Chrostopher Bailey «moderna nostalgia».
Analoga lettura del New York Times: «A Milano, Burberry e Missoni vestono per i tempi duri», che fa notare come ultimamente si faccia grande uso dell'espressione "Dna della marca", nel tentativo di stimolare i mercati «in un'economia che non è mai stata peggiore da quando la terra si è raffreddata». L'ossimoro «moderna nostalgia» di Burberry si riferisce all'austerità dell'Inghilterra del dopoguerra, mentre Angela Missoni, che ha definito la moda come il filtro della società, ha presentato vestiti che appaiono «pratici, resistenti, l'esatto opposto della moda usa e getta». Altri siti americani – International Herald Tribune, Chicago Tribune, San Francisco Chronicle - riportano il titolo dell'agenzia Ap «I designer italiani vanno dalle stelle alle stalle » (l'espressione inglese dice letteralmente «dalle ricchezze agli stracci»). «Nelle attuali incertezze economiche» hanno lasciato perdere tessuti sgargianti, design dandy e modelli macho, per sostituirli con stili sportivi classici, indossati da giovani dall'aria «noiosa». Armani ha optato per il rilassato, con una giacca più soffice del solito e ha introdotto nel guardaroba maschile scialli e cappe. Dolce&Gabbana hanno presentato un look «all business» (ma non si fa cenno alla frecciata di Armani, che li ha accusati di copiarlo). Miuccia Prada «ha usato la sua bacchetta minimalista per combattere la crisi con una delle sue collezioni più essenziali che mai». Burberry è un «giocatore chiave» nel look alla Oliver Twist.
Controtendenza, il francese Les Echos, che titola: «Meglio dell'austerità, l'audacia per "torcere il collo" alla crisi». «Invece di calarsi nella sobrietà, le sfilate di moda a Milano non hanno lasciato che la crisi imbrigliasse l'immaginazione domenica». Al secondo giorno di passerella, Les Echos si rallegra delle tenute della «regina del punk» Vivienne Westwood e definisce le case Prada, Ferré e Morello «audaci nel taglio e nei dettagli».
E ci sono altri cambiamenti in vista: nel week-end il sito di Le Figaro ha riferito che Roberto Cavalli ha invitato il fondo d'investimento italiano Clessidra a entrare nel suo capitale. Uno degli ultimi «vecchi leoni» della moda italiana «prepara la sua successione».
