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Non sarà facile formare un Governo stabile

di Ugo Tramballi

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11 FEBBRAIO 2009

GERUSALEMME. Dal nostro inviato. Questa mattina "Yedioth Ahronoth", il principale quotidiano israeliano, pubblica due foto in prima pagina: quella di Tzipi Livni, leader del partito di centro Kadima, e di Bibi Netanyahu, capo della destra del Likud. "Abbiamo vinto noi", dicono entrambi.
Nessuno dei due ha del tutto torto e sia Livni che Netanyahu hanno quasi ragione. Con 28 seggi, la prima ha vinto le elezioni; con 27 Bibi ha conquistato una maggioranza. Come prescrive la legge, infatti, il Capo dello Stato Shimon Peres affiderà a Livni il compito di formare un Governo. Ma dietro la sua vittoria c'è la disfatta degli alleati naturali di Kadima. Il partito laburista scende da 19 a 13 seggi e al quarto posto; i pacifisti di Meretz da 5 a 4 nonostante si fossero presentati insieme alla nuova formazione nata dalla volontà dei tre più importanti scrittori, le coscienze d'Israele: Amos Oz, David Grossman e A.B. Yoshua. Fra i partiti arabi che avrebbero dovuto contribuire a rafforzare il fronte di centro-sinistra, prevale l'astensionismo.
I partiti di destra invece si rafforzano o si confermano: 27 seggi il Likud che nel Parlamento uscente ne aveva 19; Yisrael Beiteinu la destra radicale di Avigdor Lieberman passa da 11 a 15; lo Shas religioso sefardita è a 12. Forti restano le altre formazioni nazionaliste e religiose. Alla fine dunque il fronte delle destre raggiunge e supera confortevolmente la maggioranza di 61 seggi in una Knesset di 120.
Faticherà dunque Tzipi Livni ha formare un esecutivo nelle sei settimane che la legge le garantisce. Non ha alternative a cercare la maggioranza fra i partiti di destra, rischiando di stravolgere il senso della sua stessa campagna elettorale, impostata sul processo di pace e sulla formula della "soluzione dei due Stati": uno per gli ebrei e uno per i palestinesi. E' quasi impossibile che Netanyahu accetti di parteciparvi: sa di essere l'alternativa già pronta quando Livni fallirà. L'unica possibilità di Kadima è convincere Yisrael Beiteinu che già era stato un alleato del Governo di Ehud Olmert. Ma durante tutta la campagna Avigdor Lieberman e Netanyahu avevano stipulato un patto non scritto di desistenza: nessuno aveva attaccato l'altro, entrambi convinti che l'uno avrebbe avuto bisogno dell'altro.
Anche quando Tzipi Livni fallirà, non sarà tuttavia facile per Netanyahu formare un Governo esclusivamente di destra: non nei numeri ma nei suoi contenuti politici. Sarebbe un esecutivo così anti-arabo, così contrario ad ogni soluzione che preveda la nascita di uno Stato palestinese, da spingere Israele nella condizione di Stato paria sullo scenario internazionale.
Resta una terza alternativa, probabilmente la più possibile: un Governo di unità nazionale. Kadima, Likud, Yisrael Beiteinu e Labour. Ma la realtà delle cose, i contrasti politici e soprattutto le pressioni che l'amministrazione di Barak Obama farà perché si riprenda la trattativa con i palestinesi e il processo di pace arrivi a una conclusione, faranno esplodere le contraddizioni fra Kadima e Labour da una parte e Likud e Yisrael Beiteinu dall'altra. Troppo diversi per trovare un compromesso sulla pace. C'è dunque una quarta possibilità, forse alla fine la più probabile: nuove elezioni anticipate entro un anno che, senza una riforma del sistema elettorale proporzionale israeliano, non daranno risultati molto diversi da quelli di questa notte.

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