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Nucleare ai campioni nazionali

di Elysa Fazzino

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24 febbraio 2009

«Edf ed Enel progettano il revival del nucleare in Italia»: per il Financial Times la scelta delle due aziende, entrambe controllate dallo Stato, riflette la politica dei «campioni nazionali» adottata dai due governi. Il rilancio sarà avviato con l'accordo firmato oggi a Roma dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal primo ministro italiano Silvio Berlusconi.

La mossa, scrive Guy Dinmore, «conferma il dominio in Europa della Edf e della tecnologia nucleare francese sotto forma del reattore pressurizzato europeo di prossima generazione (Epr)». Secondo fonti industriali, continua il quotidiano britannico, «Enel sarà l'azionista di maggioranza in un consorzio insieme a Edf. In una fase successiva potranno entrare altri azionisti, compresa Edison, controllata da Edf, ed eventualmente consumatori industriali di elettricità».

Il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, scrive ancora il Financial Times, ha detto che l'accordo riguarderà tutti gli aspetti dell'energia nucleare, compresa la cooperazione tecnica. Non ha fatto specifica menzione di un consorzio Edf-Enel, ma ha detto che la crescita internazionale dell'Enel e l'esistente collaborazione con Edf «rafforza la politica energetica nazionale» dell'Italia.

Dinmore ricorda che l'Italia bocciò li nucleare con il referendum del 1987. La sua capacità nucleare, relativamente avanzata, fu smantellata e l'Italia si mise a importare dalla Francia elettricità derivata dal nucleare. Il governo Berlusconi, «sostenuto dall'industria ma con l'opinione pubblica divisa», ha come obiettivo di produrre il 25% dell'elettricità nazionale con il nucleare.
Il Financial Times cita Carlo Andrea Bollino, docente di economia dell'energia alla Luiss, secondo il quale il governo ha preso una decisione «buona e pragmatica» nel far collaborare Edf ed Enel. Ma bisognerà aspettare cinque-sette anni, poiché prima l'Italia deve ricostruire la sua autorità per la sicurezza nucleare e individuare i siti.

Il patto tra Italia e Francia trova ovviamente spazio sui siti dei media francesi. Era stata La Tribune, lunedì, ad annunciare l'accordo commerciale, oggi alla firma di Edf ed Enel, che permetterà all'Enel di partecipare con il 12,5% alla costruzione della seconda centrale nucleare francese Epr a Penly. Con l'accordo di cooperazione nucleare, scrive l'Afp ripresa tra gli altri da Les Echos e Le Monde, la Francia «apre alle sue imprese le porte del nuovo mercato italiano del settore, che Roma ha deciso di rilanciare». Un mercato «succulento» per le imprese francesi del campo, come Areva. Edf e Gdf-Suez. «Non è un accordo di esclusività», ha detto l'Eliseo, «ma è chiaro che polarizzerà fortemente la cooperazione delle imprese francesi verso l'Italia e delle imprese italiane verso la Francia».

Nel vertice franco-italiano di Nizza del novembre 2007- ricorda l'Afp - i due produttori di elettricità avevano sotterrato l'ascia di guerra dopo anni di frizioni nate dal rifiuto francese di lasciare che l'Enel lanciasse un'offensiva su Suez e dagli ostacoli incontrati da Edf per svilupparsi in Italia, dove controlla Edison, il numero due dell'elettricità. La "pax electrica" aveva permesso all'Enel di prendere una partecipazione del 12,5% nella prima centrale francese di terza generazione in costruzione a Flamanville e le aveva dato un'opzione per accedere ai cinque successivi reattori Epr che Edf avrebbe costruito.

«Il rilancio del nucleare precipita in Italia», scrive su Les Echos Thibaut Madelin. Il Parlamento italiano sta per sancire per legge il ritorno dell'atomo, Francia e Italia firmano un accordo quadro che fissa le regole di cooperazione in materia di nucleare civile. «Si tratta di una premessa affinché i campioni francesi del nucleare possano agire sul posto. Senza che ciò escluda altri pretendenti stranieri…». A Roma si sono dati appuntamento anche i vertici di Areva, Edf e Gdf-Suez.
L'obiettivo del governo italiano di costruire otto-dieci centrali in Italia è «una rivoluzione» in un paese che era stato tra i primi a girare le spalle all'energia nucleare. Nell'immediato, tuttavia, le ricadute commerciali della cooperazione «dovrebbero essere limitate», poiché il Parlamento non ha ancora inserito il ritorno dell'atomo nel "mix" energetico italiano.

In cambio del 12,5% del futuro reattore Epr a Penly, Edf avrà il diritto di co-detenere le centrali nucleari Enel in Italia. Il gruppo italiano, continua Les Echos, conta sulla sua esperienza francese per «riapprendere il mestiere del nucleare».

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