TOKYO - Nel momento in cui l'elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti rilancia le speranze di un impegno globale più intenso sulle tematiche ambientali, è nata una nuova scienza: la scienza della sostenibilità. All'università di Tokyo, con la partecipazione di un'ottantina di università, è stata formalizzata oggi la creazione di un "network di network" tra istituzioni accademiche per elaborare la nuova "superdisciplina".
Università di tutto il mondo, insomma, si costituiscono in una rete permanente con l'obiettivo di sistematizzare i parametri della sostenibilità per impiegarli in tutti i settori, dalla politica alle tecnologie fino alle scienze umane. Un documento ufficiale è in preparazione e dovrebbe essere presentato al G-8 universitario di Torino a maggio, in vista della prima conferenza globale dell'associazione che si terrà a Roma l'anno prossimo. "È motivo di orgoglio che la prima assise mondiale di questa nuova ‘rete di reti' universitarie, di questa società della scienza della sostenibilità, si terrà a Roma, presso La Sapienza", afferma il Vincenzo Naso, presidente del Cirps-Sapienza (Centro interuniversitario di ricerca per lo sviluppo sostenible), che ha coordinato la sessione generale sulle tematiche energetiche (mentre il suo collega Fabio Orecchini ha condotto la sessione specifica sulle tecnologie energetiche eco-compatibili). La tre giorni alla Università di Tokyo che si è conclusa oggi ha recepito l'invio espresso l'estate scorsa dal G-8 di Toyako a proseguire con decisione sulla strada della "Sapporo Sustainability Declaration" scaturita dal G-8 universitario che si era tenuto poco prima che evidenzia il ruolo dell'università nello spingere i governi a impegnarsi in politiche per la sostenibilità. L'iniziativa si inquadra dunque sotto l'ombrello del G-8, anche se è allargata a università di molte nazioni dei 5 continenti. I partecipanti si sono incontrati in sessioni plenarie e workshop paralleli per rivedere e discutere lo status delle attività in corso per affrontare l'attuale crisi sulla sostenibilità e per identificare strumenti per rafforzare l'efficacia dei network di ricerca esistenti. E si è cercato un raccordo con l'industria, presente attraverso alcune grandi aziende tecnologiche giapponesi da Toyota a Sanyo ed europee del settore energetico.