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La Svezia ritorna al nucleare

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5 febbraio 2009

Dietro-front svedese sul nucleare. Il governo di centro-destra di Fredrik Reinfeldt ha deciso di revocare il divieto di costruire nuove centrali nucleari e varare un progetto di rinnovamento del parco reattori.

Il percorso europeo. La decisione svedese è indicativa del movimento che sta avvenendo in Europa. Diversi Paesi, come Italia, Slovacchia, Polonia, Inghilterra e Germania, stanno pensando di costruire centrali, aprirne di vecchie oppure rafforzare la produzione da questa fonte. Va detto che a questi fa da contraltare il Belgio, che sta invece pensando di abbandonare l'atomo. Il tema di fondo, comunque, è la sicurezza energetica. Un motivo stringente, almeno quanto la riduzione delle emissioni e la volatilità dei prezzi dei combustibili fossili. Basti pensare che la Slovacchia qualche settimana fa, per l'emergenza tra Russia e Ucraina riguardo alle forniture di gas all'Europa, stava per riaprire vecchie centrali atomiche sull'onda dell'emergenza. I governi vogliono trovare una strategia energetica di lungo termine che diminuisca la dipendenza da aree calde del Pianeta, o comunque da Paesi per alcuni aspetti inaffidabili.

La scelta svedese. «La legge di dismissione degli impianti verrà abolita, il divieto di sviluppare tecnologia nucleare e nuovi impianti anche», si legge in una nota diffusa dall'esecutivo, «sarà possibile richiedere il permesso di sostituire i reattori esistenti che non siano più economicamente produttivì». A imporre questa scelta, secondo il governo, la necessità di produrre sufficiente energia che nel Paese «cammina su due gambe: il nucleare e la tecnologia idroelettrica». Per la Svezia, ha spiegato il governo, il nucleare è fondamentale perchè è nelle centrali che si produce «quasi il 60 percento dell'energia elettrica». La decisone manda in fumo quasi trent'anni di politica anti-nuclearista, iniziata nel 1980, quando gli svedesi decisero, con un referendum non vincolante, di dare il via alla dismissione delle centrali, uno dei cavalli di battaglia dei socialdemocratici. Successivamente, il Parlamento varò una normativa con la quale si fissava il 2010 come termine ultimo per l'eliminazione definitiva di questa fonte energetica. Tuttavia, da allora, sono stati smantellati solo due reattori dell'impianto di Barseback, vicino Malmo.

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