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Vertice Asean, i Paesi del Sud-Est asiatico fermano le tentazioni neo protezionistiche

dall'inviato Stefano Carrer

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Passerà alla storia come la "Cha-am Hua Hin Declaration": è il documento che delinea la "Road Map for an Asean Community 2009-2015", firmato oggi nell'omonima località della Thailandia dai capi di stato e di governo dell'Asean, l'Associazione di 10 Paesi del Sud-Est asiatico che ha tenuto il suo primo vertice sotto il nuovo "Charter" firmato a dicembre che dà uno statuto giuridico all'associazione.
In tempi di gravi preoccupazioni globali sul fronte dell'economia, l'Asean ha dunque confermato il suo indirizzo strategico verso una sempre maggiore integrazione che dovrebbe sfociare nel 2015 in qualcosa di più di un'area di libero scambio: una regione con un mercato e alcune istituzioni comuni da 570 milioni di persone, su un modello che ha come riferimento di massima il processo che ha portato all'Unione Europea. Non a caso sono stati firmati "Blueprint" non solo in materia economica, ma sui temi di politica/sicurezza e sul versante socio-culturale.
Più nell'immediato, i 10 leader hanno affermato l'importanza di coordinare le politiche di contrasto alla crisi attuale, salutando con favore le politiche di stimolo fiscale e di sollecitazione della domanda interna. E' stata spezzata una lancia, almeno a parole, contro le tentazioni protezionistiche, con un impegno a non introdurre o non alzare nuove barriere al commercio. Alla vigilia del summit, del resto, è stato firmato un Free Trade Agreement con Australia e Nuova Zelanda. È arrivato inoltre un pieno appoggio politico a un rafforzamento della cosiddetta "Chang Mai Initiative" fino a espandere a 120 miliardi di dollari un pool comune di riserve valutarie per l'Asean +3 (Giappone, Cina e Corea del Sud), che dovrebbe essere formalizzato in aprile e costituire un ammortizzatore di eventuali crisi valutarie in singoli Paesi. L'Asean chiede comunque "una forte e urgente riforma del sistema finanziario internazionale" per prendere in considerazione "gli interessi e le voci delle economie emergenti e in via di sviluppo". Meno successo ha avuto il vertice sul tema spinoso dei diritti umani, messo in ombra dalla crisi economica. Myanmar e Cambogia hanno rifiutato un incontro con attivisti democratici. I leader dell'Asean hanno detto solo di aver avuto una "discussione aperta" con il premier di Myamar, Thein Sein, sulla cosiddetta "road map" verso la democrazia che dovrebbe portare alle elezioni l'anno prossimo. Un organismo comune per la tutela dei diritti umani dovrebbe diventare operativo entro la fine di quest'anno, ma non dovrebbe essere in grado di irrogare alcuna sanzione.

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