Le aziende italiane che intendono operare in Libia avranno da questo momento in poi la priorità rispetto a tutte le altre. Lo ha annunciato il leader libico Muammar Gheddafi davanti al Parlamento libico, a Sirte, alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel giorno della ratifica dell'Accordo di amicizia e cooperazione tra Italia e Libia siglato l'estate scorsa a Bengasi, che mette la parola fine al contenzioso sul passato coloniale italiano in Tripolitania e Cirenaica. Il colonnello ha spiegato anche che a partire da questo momento gli italiani che risiedevano in Libia prima della cacciata del 1970 potranno liberamente rientrare nel Paese per lavoro o per turismo.
«Ancora e formalmente accuso il nostro passato di prevaricazione sul vostro popolo e vi chiedo perdono», ha affermato Berlusconi, intervenendo al Congresso generale del popolo libico a Sirte. «Il passato che con questo Trattato vogliamo mettere alla spalle - ha sottolineato il presidente del Consiglio - è un passato di cui noi, figli dei figli, sentiamo una colpa di cui chiedervi perdono». Berlusconi ha aggiunto: «Nessun popolo può avere il diritto di sottomettere e governare un altro popolo, sottraendogli la propria cultura e le proprie tradizioni».
Il premier italiano, che ha tra l'altro invitato Gheddafi, quale presidente dell'Unione africana, a partecipare ai lavori del G8 che si terrà in luglio in Sardegna, aveva avuto un colloquio di quaranta minuti, appena giunto a Sirte, con il leader libico.
Il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, approvato in via definitiva dal Parlamento del Paese nordafricano, chiude un lungo capitolo di contenziosi tra Roma e Tripoli. Ecco i punti principali dell'accordo:
- L'Italia si impegna a realizzare «progetti infrastrutturali di base» nei limiti di una spesa di 5 miliardi di dollari (per un importo annuale di 250 milioni di dollari in 20 anni).
- Roma si impegna anche a realizzare alcune «iniziative speciali», quali la costruzione di 200 unità abitative, l'assegnazione di borse di studio universitarie e postuniversitarie a 100 studenti libici.
- I due Paesi collaboreranno nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina: le due parti promuoveranno la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche.
- La Libia si impegna ad abrogare tutti i provvedimenti e le norme che impongono vincoli o limiti alle imprese italiane operanti in Libia e a concedere visti di ingresso ai cittadini espulsi nel 1970.
- Italia e Libia collaboreranno nel settore della difesa, «prevedendo la finalizzazione di specifici accordi relativi allo scambio di missioni tecniche e di informazioni militari, nonchè lo svolgimento di manovre congiunte».
- Le due parti si impegnano a favorire il rafforzamento del partenariato nel settore energetico.