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Silvio e le foto ricordo, tra gaffe e diplomazia

dal nostro inviato Gerardo Pelosi

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2 aprile 2009

LONDRA - Tutto si può dire di Silvio Berlusconi tranne che non abbia una profonda cultura dell'immagine e che sappia scegliere sempre il momento giusto per disporsi a favore degli obiettivi. Tra i politici italiani Berlusconi è forse l'unico ad avere capito che un'immagine sbagliata può rivelarsi fatale in una carriera pubblica mentre quella giusta può decretarne il successo.

Sa anche, il premier italiano, che nell'immaginario delle opinioni pubbliche (non solo di quella italiana) il summit del G-20 è un evento lontano dalle ansie della gente anche se si occupa del destino dell'economia. Nessuno se non gli addetti ai lavori andrà a curiosare, a vertice concluso, tra le pieghe del comunicato finale dei venti capi di Stato o di Governo mentre tutti si ricorderanno a lungo che il presidente italiano nella foto di famiglia dim questa mattina ha bussato con insistenza sulle spalle del presidente americano Barack Obama e di quello russo Dmitri Medvedev per trovare spazio con il suo sorriso in mezzo alle loro teste e farsi immortalare in questa posa passando alla storia come il vero "tramite" della riappacificazione tra Washington e Mosca dopo le tensioni sullo scudo antimissile quale autentico depositario dello "spirito" di Pratica di mare.

Ma la diplomazia delle foto è un'arte difficile che va dosata con estrema saggezza. Ecco allora che Berlusconi diserta (era al telefono nella saletta della delegazione o al bagno?) la seconda foto di famiglia necessaria per comprendere anche il premier canadese Harper assente in quella della mattina. Una terza foto è attesa per la serata e chissà cosa ci riserverà la creatività del presidente del Consiglio.

Non è andata benissimo invece ieri sera a Buckingham Palace dove Berlusconi, sempre in occasione della foto collettiva, ha cercato di attrarre l'attenzione del presidente americano chiamandolo a gran voce: «Mister Obamaaaa, mister Obamaaaa». Al che il presidente statunitense si è voltato e Berlusconi si è presentato sorridendo: «Mister Berlusconi». Ma il tono della voce era troppo alto e la regina Elisabetta, padrona di casa, si è lasciata sfuggire un gesto di impazienza e un lieve sussurro: «Ma chi alza la voce così? Suvvia...» Non sappiamo al momento se questa strategia di corteggiamento nei confronti del nuovo presidente americano potrà scaturire qualche effetto positivo dopo la gaffe di Obama "abbronzato" che avrebbe irritato il nuovo inquilino della Casa Bianca.

Sta di fatto che il premier italiano è al momento uno dei pochi a non avere un colloquio bilaterale già fissato con Obama nel corso dei prossimi appuntamenti europei del presidente americano a Strasburgo e a Praga. «Non abbiamo chiesto alcun incontro, è tutto chiaro», ha detto ieri il presidente del Consiglio, ma dietro le quinte si sta lavorando all'incontro. E se la diplomazia italiana non riuscirà nell'impresa c'è da attendersi sicuramente qualche sorpresa dal premier italiano che il Daily Telegraph ieri indicava come "il jolly del mazzo" che fa gaffe e battute sessiste.

2 aprile 2009
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