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Nord Corea, il missile parte e fallisce.
Obama: «Provocazione inaccettabile»

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5 aprile 2009
I missili Nord coreani

La Corea del Nord ha lanciato questa mattina un missile sfidando gli avvertimenti degli Stati Uniti e dei suoi vicini asiatici. Il lancio è avvenuto alle 11.30 ora locale da una base sulla costa orientale. Pyongyang sostiene che il lancio serviva a mettere in orbita un satellite per le telecomunicazioni, ma l'occidente ritiene che si tratti in realtà deltest di un missile balistico. Il governo nordcoreano ha anche definito il lancio «un successo», ma sia Washington che Seul ritengono che il lancio sia fallito. Due stadi del missile e il suo carico sono precipitati nell'Oceano Pacifico, secondo il Comando americano di difesa aerospaziale (Norad). Anche la presidenza della Corea del Sud ha riferito che il razzo non è riuscito a mettere in orbita il satellite. Secondo il ministero della Difesa nipponico, il razzo ha oltrepassato il territorio giapponese «senza che sia stato necessario intercettarlo»: la prima parte è caduta nel Mar del Giappone, 280 chilometri ad est della costa nipponica; quando alla seconda sezione, il ministero ne ha seguito il tragitto verso il Pacifico, fino a 2.100 chilometri di distanza dalla terra ferma e poi lo ha perso.

Per gli Stati Uniti una risposta appropriata al missile lanciato dalla Corea del Nord «consisterebbe in nuove sanzioni» delle Nazioni Unite contro Pyongyang. Lo ha detto alla Abc l'ambasciatore Usa all'Onu Susan Rice. A poche ore da una riunione del Consiglio di Sicurezza, previsto in serata a New York, la Rice ha però implicitamente riconosciuto che nuove sanzioni non scaturiranno dalla riunione odierna. L'ambasciatore ha in particolare chiesto ai Quindici di mettere a punto «una risposta forte ed appropriata» dopo la «seria violazione» nord coreana delle risoluzioni Onu.
I Quindici potrebbero approvare una cosiddetta «dichiarazione presidenziale» non vincolante, ma che richiede l'unanimità. Secondo fonti concordanti la Cina, e in una certa misura la Russia, si oppongono a nuove sanzioni contro Pyongyang.
Il presidente degli Usa Barack Obama - che dal vertice Usa-Ue in corso a Praga propone un'iniziativa per eliminare le armi nucleari dal mondo - ha detto che il lancio nordcoreano è una provocazione e «una minaccia contro la regione nordasiatica e contro la pace e la sicurezza internazionale. Con questo atto provocatorio, la Corea del Nord ha ignorato i suoi obblighi internazionali, ha rifiutato gli appelli alla calma e si è isolata ancora di più dalla comunità internazionale», ha detto il presidente Usa con una nota.

Anche la Nato condanna il lancio: «Questo lancio è altamente provocatorio e in violazione della risoluzione delle Nazioni Unite 1718 che proibisce alla Corea di sviluppare o lanciare missili balistici», ha affermato il segretario generale dell'Alleanza Jaap de Hoop Scheffer in una nota . «Questo lancio», ha aggiunto Scheffer, «non farà che peggiorare la preoccupazione sulla Corea del Nord nella regione e oltre, e complicare i negoziati a sei: chiedo alla Corea del Nord di sospendere queste azioni provocatorie e rispettare immediatamente una moratoria su tutti i lanci di missili a lungo raggio».
Deplorando il lancio, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha detto che «non contribuisce alla pace e alla stabilità nella regione». In stato di massima allerta anche la Corea del Sud e il Giappone: in realtà Tokyo ha detto di avere bisogno di tempo per poter dire se il razzo a lunga gittata fosse un missile o un satellite per le telecomunicazioni, e ha allestito un gabinetto di crisi per analizzare i dettagli del lancio; ma il governo ha aggiunto che anche se si fosse trattato del vettore di un satellite, comunque sarebbe una violazione delle risoluzioni Onu. Su richiesta del Giappone è stata convocata d'urgenza una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu (l'incontro è previsto per le 21 ora italiana).

Pyongyang insiste che il satellite servirà alla trasmissione di «canzoni rivoluzionarie». Molto critica l'Ue con Javier Solana che dice «i nordcoreani sapevano che non dovevano procedere al lancio di un "missile" e che facendo così si esponevano a delle sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». Duro anche il governo italiano: secondo la Farnesina, «l'azione di Pyongyang complica ulteriormente la soluzione della questione nucleare nordcoreana ed ostacola il raggiungimento di un clima di fiducia e distensione che possa favorire la stabilità nella regione». Molto preoccupato anche il governo israeliano, secondo cui il regime degli ayatollah sta aspettando di vedere come la comunità internazionale reagirà alla sfida di Pyongyang per decidere come giocare la partita del discusso programma nucleare: «La comunità internazionale deve adottare iniziative più aggressive perchè oggi l'Iran guarda a quello che gli Stati Uniti e l'Occidente faranno» ha detto Silvan Shalom, vicepremier nel gabinetto di Benjamin Netanyahu, «dobbiamo cambiare modo d'agire e porre fine alla minaccia che viene dalla Corea del Nord, un Paese che, proprio come l'Iran, non può dettare le regole del gioco».

5 aprile 2009
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