Ancora guai per la società privata di sicurezza Blackwater che nel febbraio scorso cambiò il nome in "Xe" http://xecompany.com/ nel tentativo di rifarsi un'immagine dopo gli scandali scoppiati in seguito all'uso un po' troppo disinvolto delle armi da parte dei suoi bodyguards in Iraq.
L'uccisione di 17 civili disarmati, il 16 settembre 2007 alla periferia di Baghdad, costò alla "private security company" statunitense il rinnovo della concessione a operare in Iraq, pregiudiucando così il contratto con il dipartimento di Stato di Washington per la scorta al personale diplomatico della più grande ambasciata Usa del mondo. La società fondata da Erik Prince, ex incursore di Marina (Navy Seal), si è sempre difesa dichiarando che i suoi operatori avevano risposto al fuoco di alcuni miliziani nascosti tra i civili.
Eppure che gli operatori della ex Blackwater abbiano il grilletto facile pare confermato anche da quanto accaduto il 5 mggio a Kabul a quattro contractor della Paravant http://paravantllc.com/, società di sicurezza collegata a Xe (si legge "zee") e anch'essa di proprietà di Erik Prince. L'auto sulla quale viaggiavano le guardie private ebbe un incidente che la costrinse a fermarsi. L'arrivo di un'altra vettura, pare a forte velocità, ha indotto i quattro americani ad aprire il fuoco ferendo tre civili afgani uno dei quali è morto l'8 maggio all'ospedale. L'azienda ha licenziato i quattro ex militari per non avere rispettato le regole d'ingaggio che prevedono ampie segnalazioni e tiri in aria e sulla strada prima di sparare a un auto civile sospetta. Attualmente Chris Drotleff, Steve McClain, Justic Cannon e Armando Hamid, in Afghanistan con un contratto da istruttori per curare l'addestramento delle forze locali, sono a Kabul in attesa delle conclusioni dell'inchiesta e di fatto viene loro impedito di lasciare il paese.
«Blackwater ha operato negli anni scorsi sentendosi quasi intoccabile poiché lavorava con personale americano in paesi presidiati da truppe USA e con contratti firmati a Washington» sostiene un esperto bodyguard, raggiunto dal "Sole 24 Ore" in Iraq dove lavora da molti anni e che ha chiesto l'anonimato. «I supervisori e project manager di Xe sono professionisti di spessore, ex appartenenti ai reparti speciali inclusa la Delta Force, ma i team di operatori sono composti per lo più da ex marines molto giovani, al massimo 26 anni di età. Ragazzi addestrati a sviluppare un grande volume di fuoco sul campo di battaglia, non certo degli specialisti nell'uso mirato e limitato delle armi richiesto in contesti di sicurezza. Inoltre la società recluta soltanto cittadini statunitensi rinunciando così ad arruolare i molti esperti in security presenti sul mercato britannico, europeo e dell'America Latina».
Nonostante i forti investimenti per disporre dei migliori equipaggiamenti, il punto debole di Xe-Blackwater sembra essere sul fattore umano, cioè sulla qualità dei propri operatori. Un aspetto paradossale tenuto conto che la società fondata a Moyock (North Carolina) nel 1996, è proprietaria del più grande centro d'addestramento degli Stati Uniti.
http://www.ustraining.com/new/index.asp.
