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Buona Giornata Europa!

di Margot Wallström

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7 maggio 2009

Il 9 maggio è la Giornata dell'Europa, ma non si può negare che la maggior parte delle persone pensa oggi ad altre ricorrenze. Per esempio, un calendario ci dice che oggi è il compleanno di Billy Joel. Una fonte attendibile come History Channel ci ricorda invece che il 9 maggio 1998 «Dana International, la cantante che ha cambiato sesso, ha vinto l'Eurofestival per Israele con la canzone "Diva"».

Su Wikipedia possiamo comunque leggere che il 9 maggio 1950 un ministro francese annunciò alla stampa un piano di Germania e Francia per gestire in comune la produzione di carbone e acciaio. Un avvenimento estremamente significativo agli occhi dei pochi che hanno una passione per la gestione mineraria e industriale, ma per gli altri? Dopo tutto, cosa ce ne importa?

Quell'uomo, che si chiamava Robert Schuman, aveva visto l'Europa devastata dalla guerra e decise che bisognava costruire un futuro diverso. Ma come? Certo, si poteva cercare di vietare le armi, ma questo raramente funziona. I vincitori si rifiutano di cederle, e i perdenti non amano affatto essere completamente disarmati. Schuman ha avuto questa intuizione: se i leader europei non potevano controllare chi aveva armi, era però possibile controllare il materiale con cui venivano fabbricate. L'acciaio. E cosa serve per produrre l'acciaio? Il carbone. Quindi secondo Schuman bastava metterne in comune la produzione per rendere impossibili altre guerre tra Francia e Germania.

Si trattava di un piano visionario, dal quale è scaturito il processo sfociato nell'Unione europea che conosciamo oggi. Un piano che ha funzionato bene. Oggi l'Unione europea ha 27 Stati membri. Due generazioni di europei sono cresciute senza conoscere una guerra nel proprio Paese (in un continente che è stato teatro di due guerre mondiali e di innumerevoli altri conflitti nel corso dei secoli). Guardandosi intorno nell'Europa di oggi viene spontaneo chiedersi: «che fine hanno fatto tutti i governi autoritari che abbiamo avuto in passato?». I dittatori, i comunisti e i colonnelli sono spariti, si spera per sempre!

«E allora?» osserveranno molti. I cittadini vedono una bandiera blu con 12 stelle, ma possiamo ritenere che questa bandiera susciti passioni? In una sparuta minoranza, forse. Alcuni la considerano un simbolo positivo, una minuscola minoranza la detesta, ma la maggior parte degli europei la vede semplicemente come un simbolo irrilevante. L'Unione europea è un po' come l'isolamento delle nostre case: è utile ed è bene sapere che c'è, ma il cittadino medio non sta a pensarci tutto il tempo. Eppure, è forse proprio questo il più grande successo dell'Unione europea.

L'Unione europea non suscita grandi passioni. Se provaste a piazzarla come un afrodisiaco, la vendereste allo stesso prezzo di un paio di calzini. La bandiera dell'Unione europea può tutt'al più simboleggiare la noiosa razionalità che prevale sulla passione: l'Unione europea si occupa di cose barbose come i livelli massimi di agenti chimici accettabili nelle aringhe o i certificati di garanzia internazionali per i lettori mp3.

Eppure l'Unione europea si occupa di cose assai rilevanti per la nostra vita quotidiana: ridurre le tariffe per l'uso dei telefoni cellulari all'estero, ad esempio. O dare agli studenti la possibilità di trascorrere un anno di studio in un altro Paese. Creare milioni di posti di lavoro attraverso il mercato unico. Preparare il terreno per la riduzione delle tariffe aeree aprendo i cieli europei alla concorrenza. O garantire che le nostre spiagge siano pulite.

La Giornata dell'Europa è così poco sentita che Hallmark non produce nemmeno un biglietto per l'occasione, mentre ne realizza per ogni possibile ricorrenza, da quelli per augurare buon compleanno a quelli per augurare una pronta guarigione al nostro gatto che si è preso la bronchite.

Allora eccovi i miei auguri di buona Giornata dell'Europa! Non è necessario sventolare bandiere. Ma ogniqualvolta pensate alla positiva e utile cooperazione quotidiana ormai esistente tra i Paesi europei, forse è il caso di ricordare quel giorno del 1950 quando un uomo, osservando un continente che solo cinque anni prima era stato il più grande campo di battaglia della Terra, annunciò che forse aveva un'idea per far sì che ciò non accadesse mai più.

Margot Wallström, vicepresidente della Commissione europea

7 maggio 2009
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