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Kenya, sciopero del sesso e i politici trattano

di Riccardo Barlaam

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6 maggio 2009
Ann Njogu del Centro per i diritti all'istruzione (foto AP)
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Basta litigare. Niente sesso. In Kenya le associazioni delle donne hanno promosso uno sciopero del sesso di una settimana per protestare contro l'empasse politica in cui versa il loro Paese, diviso da due anni dalle dispute tra il presidente Mwai Kibaki e il primo ministro Raila Odinga. Un primo risultato c'è stato: lunedì scorso il presidente e il primo ministro hanno avuto un faccia a faccia, il primo da tempo. Un incontro condito da strette di mano, dichiarazioni distensive e promesse di impegno. Lo sciopero - che terminerà domani - è un'azione provocatoria, non violenta, per spingere i due leader politici a lavorare insieme. Migliaia di donne hanno aderito alla protesta. Le associazioni femministe hanno invitato a partecipare alla protesta anche le mogli dei due leader: la first lady, Lucy Kibaki, e la moglie del premier, Ida Odinga che ha aderito allo stop del sesso con il marito.

«Il boicottaggio – spiega Carole Ageng'O, direttore del Tomorrow child iniziative – serve per protestare contro l'immobilismo dei due leader. Per chiedere a Kibaki e Odinga di farsi davvero carico del Paese e dei suoi problemi». L'iniziativa è sostenuta da diversi gruppi civili kenyani raggruppati sotto la sigla Gender 10. Gruppi come la Federazione delle donne avvocato (Fida), il Centro per il diritto all''istruzione (Creaw) .


Nonostante le promesse dei due leader, le donne kenyane, al grido di slogan come «il futuro è nelle nostre mani» hanno già fatto sapere che continueranno a lottare. Con nuove forme di protesta, da giovedì, dal giorno dopo la fine dello sciopero, e a vigilare per spingere i due leader a muoversi da loro immobilismo. Venerdì le donne kenyane hanno presentato ai lititgiosi premier e capo di stato un documento che spiega, punto per punto, nero su bianco, cosa si attendono da loro. Al primo punto c'è la credibilità delle istituzioni. Poi l'invito ad avere una «leadership visionaria» che pensi ai problemi della gente. E, soprattutto, l'invito ad operare per il ritorno della sicurezza.

Nel 2007 le violenze interetniche scoppiate dopo le elezioni presidenziali a causa della rivalità tra i due leader hanno provocato 1.500 morti e 300 mila profughi. Allora, proprio la rivalità tra Kibaki e Odinga era sfociata nel sangue sparso dai sostenitori divisi, come ora, dalla politica e dall'appartenenza a due diverse etnie.


Il sesso in Africa è stato già usato come arma di protesta. Durante i 14 lunghi anni di guerra civile in Liberia a un certo punto si arrivà a una tregua, grazie un piccolo gruppo di donne che dichiararono un analogo "sex strike" nei confronti dei loro uomini, che in quel caso erano i potenti "war lords", i signori della guerra che muovevano le fila della guerra civile.

6 maggio 2009
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