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Chi è Gheddafi e perché i leader occidentali lo corteggiano

di Riccardo Barlaam

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10 giugno 2009
Muammar Gheddafi (Ansa)


Il colonnello Muammar Gheddafi è al potere in Libia dal 1969. Gestisce la "Grande Jamahiriyah araba libica popolare socialista" con potere assoluto, dopo il colpo di stato militare che ha portato all'eliminazione delle elezioni e dei partiti politici. È il presidente di turno dell'Unione africana («Sono il re dei re»). Ed è alla guida di un paese che ha sotto la sabbia enormi riserve di greggio (al 9° posto tra i paesi produttori per riserve accertate) e di gas naturale. Una cassaforte.

Dall'ottobre 2008 la Libia non è più nella lista nera degli Stati Uniti. Tanto che al prossimo G 8, in luglio, il presidente Barack Obama incontrerà Gheddafi. La riabilitazione si è conclusa dopo che il governo libico ha versato 1,5 miliardi di dollari per risarcire le famiglie delle vittime degli attentati terroristici all'aereo Pan-Am, precipitato su Lockerbie, in Scozia, il 21 dicembre 1988 (270 morti) e alla discoteca La Belle di Berlino, il 5 aprile 1986 (3 morti e 260 feriti). Responsabili dei due attentati furono due agenti di Tripoli.

Berlusconi, amico di Putin, a proposito di Gheddafi ha detto che è «un leader di libertà». Il 30 agosto scorso a Bengasi ha firmato il "Trattato di amicizia" tra Italia e Libia che prevede il versamento alla Libia di 5 miliardi di euro in 20 anni (soldi pubblici), come risarcimento dei danni per le guerre coloniali. In cambio di commesse e di sostegno alle aziende italiane oltreché di controllo effettivo del traffico di clandestini dall'Africa.

Gheddafi è benvoluto e coccolato dai leader occidentali (ma anche dai russi) nonostante il suo passato, perché è uno dei pochi soggetti che oggi ha liquidità da investire. Il suo fondo sovrano (Lia, Lybian investment authority) ha una dote di 65 miliardi di dollari. Gheddafi compra. E così, con lo stesso potere personalistico con cui gestisce la politica nazionale, cura i suoi affari. La lista della spesa è lunga e il carrello si riempie, giorno dopo giorno, di prede italiane ed europee. Sdoganata dalle diplomazie occidentali la Libia è così entrata nel salotto buono della finanza italiana. Ironia della sorte: il nuovo "colonizzatore" dell'economia e della finanza italiane è una ex colonia.

10 giugno 2009
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