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L'ex presidente Zelaya tornerà in Honduras giovedì

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30 giugno 2009

Il presidente dell'Honduras, Manuel Zelaya, destituito da un golpe militare, giovedì rientrerà in patria accompagnato dal segretario dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa), Jose Miguel Insulza. È stato lo stesso Zelaya ad annunciare questo gesto di sfida da Managua, dove ha partecipato a una riunione di Capi di Stato dell'America latina.
«Il mio mandato finisce il 27 gennaio del 2010 - ha detto Zelaya - Mancano sette mesi e saranno in Honduras perché dopo essere andato a Washington tornerò a Tegucigalpa. Tornerà il presidente eletto dal popolo».

Il presidente dell'Honduras sarà oggi negli Stati Uniti, per parlare nel pomeriggio (alle 21 in Italia) davanti all'Assemblea generale dell'Onu a New York e per incontrarsi domani a Washington con il presidente americano, Barack Obama a margine di un vertice straordinario dell'Osa.
Intanto a Tegucigalpa ci sono stati scontri tra la polizia e i sostenitori dei Zelaya che hanno eretto barricate nei pressi del palazzo presidenziale e lanciato sassi e bottiglie molotov contro gli agenti. Si ha notizia di decine di feriti e anche di un morto che tuttavia non è stato ancora confermato dalle autorità.
Zelaya ha ribadito la legittimità del proprio potere e ha assicurato che dopo il colpo di Stato di domenica, in Honduras «la gente si è sollevata» e il Paese centroamericano «è paralizzato». Zelaya ha assicurato che rientrerà a Tegucigalpa da Washington, dove domani parteciperà a una riunione d'emergenza dell'Osa che condannerà il golpe. «Gli Stati Uniti si sono comportati molto bene», ha sottolineato Zelaya, intervenendo in una riunione congiunta dei Paesi del Gruppo di Rio e del blocco centroamericano del Sica.
Il presidente dell'Honduras ha invitato tutti i colleghi «che vorranno farlo» ad accompagnarlo nel viaggio di cui non sono stati forniti dettagli. Insulza ha detto di essere disposto a recarsi in missione in Honduras «solo o accompagnato» per chiedere personalmente ai golpisti il rientro in patria di Zelaya. Il segretario dell'Osa ha precisato che l'eventuale visita di una delegazione dell'organizzazione a Tegucigalpa non implica il riconoscimento del governo de facto guidato da Micheletti.

Nelle stesse ore, però, il nuovo presidente nominato dal congresso, Roberto Micheletti, ha fatto prestare giuramento a cinque nuovi ministri, annunciando che entro la fine della settimana saranno nominati tutti i componenti del nuovo governo, sostenendo di agire rimanendo «all'interno del sistema giuridico». Il nuovo ministro della difesa, Adolfo Sevilla, ha annunciato inoltre che «le forze armate garantiranno ai cittadini che il processo elettorale andrà avanti, che le elezioni si svolgeranno regolarmente e che a gennaio ci sarà un nuovo presidente». Al momento però nessun governo straniero ha riconosciuto l'autorità di Micheletti, né dei suoi ministri.

30 giugno 2009
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