«Portate tutto in albergo. Provvederà sua altezza in persona a regolare il conto al momento della consegna, nel suo appartamento». Come dubitare della promessa di pagamento di una cliente che è una principessa saudita, moglie del ministro degli Interni del regno wahabita, il quale a sua volta è un degli eredi al trono d'Arabia? Come (osare) mettere in dubbio le capacità di rimborso di uno dei Paesi più liquidi in un pianeta a corto di liquidità? Eppure Maha al Sudahiri, sposa di Naief Bin Abdulaziz al Saud, uno degli uomini più potenti del Golfo, e zia del principe al Walid, ha disseminato il suo shopping compulsivo nel lusso parigino di debiti paurosi. Quindici milioni di euro, pare.
Il conto non pagato sarebbe lungo come le passerelle rosse degli alberghi in cui ha dormito e dorme: parte dal marciapiede, entra nella reception, si arrampica per le scale e non è dato sapere a che piano si ferma. Vorrebbero tanto avere notizie di lei - barricata in una suite al George V di proprietà del nipote - l'Hotel Crillon, la gioielleria Chaumet, il negozio di intimo Jamila, la boutique Key Largo, specializzata in abbigliamento sportivo alto di gamma. Ed è proprio quest'ultima ad aver presentato denuncia al tribunale di grande istanza a Parigi, con l'obiettivo di un sequestro conservativo dei beni della principessa al Four Seasons-George V.
Il 18 maggio sua altezza si è presentata al negozio con uno stuolo di figli e nipoti acquistando una quantità impressionante di vestiti: «Un conto da 139mila euro, il 7% del mio fatturato di un anno», ha detto il titolare Jacky Giami. La signora è conosciuta, il tipo di cliente al quale non c'è bisogno di chiedere documenti oppure un acconto, per carità.
Consegnata la merce in albergo - una cinquantina di sacchi - la carta di credito dell'assistente ovviamente non passa. Pazienza, nessun problema. Gli addetti del negozio vengono riaccompagnati alla porta e pregati di attendere nella hall, giusto il tempo di trovare altre modalità di pagamento. Sono ancora lì che aspettano, in senso figurato ma mica tanto, e dopo quasi quattro settimane di pressioni e appostamenti hanno recuperato solo 50mila euro. Il resto, chissà. Idem per gli altri creditori. Perché la principessa, probabilmente urtata da tanta insistenza e malafede, sembra si stia avvalendo dell'immunità diplomatica che spetta alla moglie di un ministro. A suivre.