Six Flags Inc, la compagnaia che gestisce venti parchi divertimento tra Stati Uniti, Messico e Canada, ha chiesto l'ammissione al Chapter 11.
La crisi colpisce anche il divertimento. Six Flags, il gestore di venti parchi divertimento negli Stati Uniti, in Messico e in Canada, meta di vacanze per decine di migliaia di americani, ha chiesto sabato l'ammissione al Chapter 11, la procedura prevista dal Bankruptcy Code statunitense, equivalente alla nostra legge fallimentare.
Nonostante che il settore divertimento avesse risentito del crollo dei consumi statunitensi, i parchi della Six Flags avevano mostrato di essere relativamente resistenti alla recessione. Tanto che, la scorsa estate erano riusciti ad avvantaggiarsi delle nuove abitudini degli Americani che hanno optato per mete di vacanza più vicine a casa. Ma adesso con una montagna di debiti che supera i 2 miliardi di dollari, Six Flags ha chiesto di ricorrere alla bancarotta pilotata. Nel 2008 la compagnia era riuscita a incrementare del 2% il numero dei visitatori e del 5% i ricavi, nonostante il crollo dell'economia americana, anche se i consumi di cibo e merchandising nei parchi di divertimento della società si erano indeboliti e, a causa dello scoppio dell'influenza suina in Messico, le strutture nel paese erano rimaste chiuse per otto giorni.
Il presidente e ceo Mark Shapiro ha motivato il ricorso alla bancarotta pilotata come un'operazione di "pulizia" dal passato, con un debito di 2,4 miliardi di dollari ereditato dal precedente management. "L'attuale management - ha spiegato Mark Shapiro - ha ereditato un debito di 2,4 miliardi di dollari che non può essere sostenuto". Soprattutto in questi tempi turbolenti per i mercati finanziari. E il ceo lo ha ribadito in una lettera che ha scritto il 13 giugno ai dipendenti.
A quanto pare Six Flags Inc non venderà assets e non ridurrà la forza lavoro (la compagnia ha più di 2.000 dipendenti a tempo pieno e 28.000 lavoratori temporanei nei mesi di picco estivi). La società di New York ha spiegato che intende riorganizzare le proprie attività riducendo il debito per 1,8 miliardi di dollari e di voler eliminare 300 milioni di dollari di obbligazioni convertibili in azioni privilegiate.
Nel 2006 la compagnia ha celebrato il quarantacinquesimo anno di attività: il primo parco era stato infatti inaugurato nel 1961 in Texas.