Prima la tragedia del volo Air France precipitato nelle acque dell'Atlantico. Poi, a meno di un mese di distanza, il dramma al largo delle isole Comore. Sono sicuri i nostri aerei? I freddi numeri della statistica dicono di sì. «Parlando di aviazione civile, la probabilità di essere coinvolti in un incidente aereo, anche non mortale, è di circa una su un milione» spiega Luca Chittaro, docente di interazione uomo-macchina all'università di Udine. Chittaro si è occupato a più riprese di sicurezza aerea, e in particolare della paura di volare, nei suoi post su Nova100 (nello specifico: Paura di volare, le cause nascoste; Intervista al responsabile del Dipartimento Human Factors di Alitalia; Consigli di viaggio). «In un anno ci sono circa 35 incidenti per 35 milioni di voli complessivi», continua Chittaro.
A guardare in numeri sembra che ci sia poco di cui preoccuparsi. Eppure la paura di volare è molto diffusa. Perchè?
Ci sono diversi motivi. Il primo è la familiarità. L'aereo non è assolutamente familiare, a differenza, per esempio, dell'automobile, che prendiamo migliaia di volte all'anno. Ci sono una serie di eventi normali e legati al mezzo che spaventano i passeggeri meno esperti. Il campanello che chiama le hostess, per esempio, spesso genera disagio e paura. Vale lo stesso per le turbolenze. Eppure quando siamo su un autobus, in una strada piena di buche, siamo soggetti a sollecitazioni a volte maggiori. Chi vola di frequente, queste cose le sa. Acquisisce confidenza con il mezzo e ridimensiona la paura. Poi c'è la questione del controllo.
Cioè?
Una volta saliti su un aereo si deve rinunciare alla possibilità di avere il controllo del mezzo su cui ci si trova. L'automobile dà invece una sensazione di maggiore controllo. Parlo di sensazione perchè spesso è illusoria: se un tir invade la corsia contromano c'è poco da fare per chi guida. Sull'aereo ci si deve affidare ai piloti professionisti, ai controlli, alle migliaia di ingegneri che ci hanno lavorato. Il problema è che la percezione del rischio entra nella sfera dell'emozione piu' che della razionalità.
I numeri fanno poco presa su chi ha paura di volare...
Esattamente. Le emozioni hanno un ruolo fortissimo. Soprattutto quando i media parlano approfonditamente di un incidente aereo, come nel caso del volo Air France precipitato nell'Atlantico all'inizio di giugno. Più le descrizioni sono drammatiche più sale la paura. Gioca un ruolo anche l'immaginazione. Le persone pensano a situazioni terribili, magari impossibili nella realtà.
Oltre alla familiarità, di cui abbiamo parlato, va detto che il volo non è nella natura dell'uomo. Questo influenza la paura?
Se non fossimo mai saliti su un'automobile e un amico ci proponesse un giro a 140 chilometri orari saremmo terrorizzati. L'abitudine gioca un ruolo notevole. Certo, il volo introduce l'elemento dell'altezza, che fa riferimento alle radici primordiali della paura dell'uomo. Il che complica le cose.
Cosa si può fare per contrastare la paura di volare?
Esistono tecniche di rilassamento che sfruttano la respirazione e la visualizzazione di immagini tranquillizzanti. Nei casi più seri, però, da soli è difficile farcela. Le compagnie aeree più note organizzano dei corsi. Nella prima parte, i partecipanti familiarizzano con il mezzo, parlando con piloti e visitando gli hangar, apprendono le motivazioni tecniche per cui l'aereo è sicuro, discutono le proprie paure con uno psicologo, per poi concludere l'esperienza con un volo vero e proprio con tutte le spiegazioni e l'assistenza da parte del pilota e del personale di bordo.