La sindrome vagale è così chiamata perché causata da un problema nella funzionalità del nervo vago, che può portare a un calo della pressione sanguigna e in alcuni casi al collasso. Il suo nome deriva dalla parola latina vagus, che significa e "vagabondo". Il nervo vago è il decimo di dodici paia di nervi del cranio, ed è composto da due distinti nervi: destro e sinistro. È tra i nervi più lunghi e ramificati - parte dal cranio e arriva fino all'addome -, stimola la produzione dell'acido gastrico e regola i movimenti compiuti dallo stomaco e dall'intestino durante la fase della digestione. È anche responsabile della frequenza cardiaca, della peristalsi gastrointestinale, della sudorazione e di alcuni movimenti della bocca, inclusi i muscoli del parlato e della respirazione. La "sindrome vagale" si manifesta quando la funzionalità del nervo vago rallenta; tra i sintomi tipici della sindrome vagale ci sono: nausea, acidità di stomaco, vertigini, mal di testa, tachicardia, dolore e rigidità del collo, mal di testa, sudorazione fredda, salivazione ridotta, vomito e collasso causato da un repentino calo della pressione e sanguigna, in questo caso la pressione può essere riequilibrata facendo distendere l'individuo, con le gambe leggermente alzate e con la testa alla stessa altezza del corpo o leggermente più bassa. Tra i trattamenti medici consigliati per chi soffre di questa sindrome, e che può aiutare a riattivare il nervo vago, c'è la Manovra di Vlasalva che prevede una compensazione forzata dell'orecchio attraverso una pressione interna che si ottiene tappando il naso e facendo pressione sulle orecchie (esercizio noto a chi fa apnea).