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Italia fuori dal G8? È polemica tra il Guardian e Frattini

di Elysa Fazzino

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7 luglio 2009

Gli auspici non sono buoni, anzi i preparativi del vertice sono un caos, c'è chi vuole l'Italia fuori dal G8. Al suo posto meglio la Spagna. E gli scandali: Silvio Berlusconi riuscirà a evitare le gaffe? Angela Merkel stia attenta a farsi fotografare insieme a lui, non si sa mai che scherzi possa fare e in Germania presto ci sono le elezioni.

Crescendo di polemiche sulla stampa straniera alla vigilia del G8 a L'Aquila. Un vertice chiacchieratissimo, come salta agli occhi passando in rassegna i siti web dei media esteri. E' il Guardian a lanciare il siluro più inatteso: «Crescono le pressioni per espellere l'Italia, mentre i preparativi del summit scendono nel caos». Sulla base di indiscrezioni raccolte negli ambienti diplomatici, Julian Borger scrive che dietro le quinte si brontola per come è organizzato il vertice tanto che qualcuno è arrivato fino a proporre di espellere l'Italia dal G8. Una possibilità proposta nelle capitali europee è che l'Italia sia sostituita dalla Spagna, che ha un reddito pro capite più alto e dà una maggiore percentuale del Pil agli aiuti.
Nell'assenza di ogni iniziativa sostanziale da parte dell'Italia nell'organizzare l'agenda del vertice – si legge sul Guardian – «gli Stati Uniti hanno assunto il controllo». Washington ha organizzato le conferenze telefoniche tra gli "sherpa" in un tentativo dell'ultima ora di «iniettare qualche significato» nell'incontro. «Che sia un altro paese a organizzare le telefonate tra gli sherpa è un fatto senza precedenti», afferma il Guardian. «Gli italiani sono stati semplicemente terribili. Non c'è stata organizzazione e non c'è stata pianificazione».

Il Guardian scrive che il ministero degli Esteri italiano non ha voluto commentare le critiche. Ma la reazione c'è stata: «Spero che il Guardian esca dai grandi giornali del mondo», ha detto da Bucarest il ministro degli Esteri Franco Frattini da Bucarest, definendo «una buffonata» la notizia che gli Usa abbiano dovuto organizzare il summit: una videoconferenza tra gli sherpa in effetti è stata organizzata da Washington, ma in vista del G20 che si svolgerà a Pittsburgh.

Il governo Berlusconi – è una delle critiche del Guardian – ha cercato di compensare la mancanza di sostanza allungando la lista degli ospiti: i capi di Stato all'Aquila saranno tra 39 e 44. Il premier italiano è stato attaccato per avere mantenuto solo il 3% degli aiuti allo sviluppo promessi e per avere intenzione di tagliare di oltre il 50% gli aiuti in bilancio. Le pesanti critiche all'Italia arrivano in un momento in cui lo stesso futuro del G8 è in forse.

Sempre il Guardian sottolinea che Berlusconi è stato messo alle strette da Bob Geldof (e si è scusato per non avere mantenuto le promesse di aiuti): Geldof ha detto che è in gioco la sua credibilità e che rischia di essere ribattezzato come «Mister 3%» perché mantiene solo il 3% delle sue promesse. In un altro articolo il Guardian mette in evidenza che «la Gran Bretagna vuole svergognare il G8 sugli aiuti all'Africa». Su questo fronte, «il principale colpevole è Berlusconi».

Non è tenero neppure il Financial Times: in un editoriale non firmato intitolato «Summit for Silvio», il quotidiano britannico fa notare che la reputazione di Berlusconi è calata per ragioni che vanno al di là delle recenti storie sulla sua vita privata. Ha sempre stato una figura «controversa e imprevedibile». L'amministrazione Bush doveva corteggiarlo perché era in conflitto con i leader di Francia e Germania. Ma ora che i due Paesi hanno leader pro-americani Barack Obama «non deve essere tollerante come il suo predecessore».

Berlusconi non può essere completamente ignorato, ammette il Ft: ha un forte mandato per governare (cosa che non può dirsi per Gordon Brown) e l'Italia è un forte partner in Afghanistan e si prenderà dei detenuti di Guantanamo. «Ma su molti aspetti della politica», Berlusconi «irrita gli alleati dell'Italia». Secondo il Financial Times, sembra non avere interesse per gli aiuti allo sviluppo e il cambiamento climatico. Sull'Iran, l'Italia ha cambiato posizione dalla più morbida alla più dura. E sulla Russia, gli Usa sono stanchi di come Berlusconi si presenta come interlocutore tra Washington e Mosca, una nozione «assurda».

A L'Aquila, conclude il Ft, Berlusconi deve alzare il gioco. «Gli auspici non sono buoni», nel 1994 a Napoli fu raggiunto da un avviso di garanzia, nel 2001 a Genova il vertice fu quasi devastato dalle proteste. A L'Aquila, Berlusconi spera di essere fortunato per la terza volta. «Possiamo essere perdonati se manteniamo basse le aspettative».
Al «canto del cigno» del G8, il Financial Times dedica un altro servizio, nel quale mette in evidenza la frustrazione di Kofi Annan, che ha scritto una lettera personale a Berlusconi per protestare contro lo scarso impegno dell'Italia negli aiuti all'Africa. Quentin Peel punta il dito sul summit, trasformato in una «stravaganza», un raduno «mostruoso» di migliaia di persone, un «circo mediatico». Peel critica la vaghezza degli accordi che si profilano. «Non è solo colpa di Berlusconi», perché l'evento è diventato troppo goffo per essere efficace. «Ma l'entusiasmo del premier italiano peggiora le cose». Non è entusiasta dei temi che si discutono ma «ha una passione per la rappresentazione. Potrebbe finire col presiedere l'ultima grande stravaganza di un'organizzazione obsolescente».
  CONTINUA ...»

7 luglio 2009
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