Primo sostenitore e alleato del presidente Obama, fu il vero ispiratore della difficile riforma sanitaria che sta dividendo in questi giorni gli Stati Uniti
NEW YORK - Ted Kennedy è spirato questa notte a 77 anni a Hyannis Port, la vecchia casa di famiglia che si affaccia sull'Oceano Atlantico, portando un nuovo senso di vuoto all'America: con lui si chiude l'epopea di tre fratelli che hanno scritto lunghe, tragiche ed emozionanti pagine di storia per questo Paese. Si chiude anche un'epoca per il partito democratico, di cui Kennedy era diventato un'icona, il simbolo stesso della resistenza "liberal", dell'ala sinistra del partito, alle trasformazioni sociali e di cultura politica giunte con il reaganismo prima e con il clintonismo dopo. In lui Barack Obama aveva trovato uno dei suoi primissimi importanti sostenitori. E con lui, appena eletto, questo nuovo giovane presidente afroamericano, che ha rappresentanto uno storico punto di arrivo per le battaglie per i diritti civili avviate proprio da John e poi da Bobby Kennedy, ha subito stretto un'alleanza politica. È stato Ted Kennedy il motore della riforma sanitaria, uno dei cavalli di battaglia centrali dei suoi 46 anni di vita politica al Senato. Attivo e controverso fino all'ultimo, quando scrisse pochi giorni fa una lettera per auspicare che alla sua morte, ormai data per imminente, potesse succedergli un democratico al Senato, per poter votare a favore della proposta di legge di Obama oggetto proprio in questi giorni di mille attacchi in uno dibattiti politici più accesi della Nazione.
Oggetto di polemiche, in gioventù rinunciò alla corsa per la presidenza dopo l'oscuro episidio in cui, in un incidente d'auto, la sua segretaria perse la vita. Obama che si trova in vacanza a Martha's Vinyeard, l'isola del Massachusets che guarda il "Cape", il Capo dove sorge Hyannis Port è stato avvertito nella notte della morte del Senatore e un portavoce ha confermato che oggi il Presidente si recherà a rendere omaggio alla salma e alla famiglia.
Kennedy era malato da tempo di una rara e micidiale forma di tumore al cervello. Aveva resistito e combattuto la malattia con lo spirito indomito di sempre, ma nella tarda notte di ieri ha chiuso con una sconfitta questa sua ultima battaglia: «Edward M. Kennedy, il marito, il padre, il nonno, il fratello, lo zio che abbiamo amato così profondamente è morto nella tarda notte di martedì a casa a Hyannis Port – recita un commosso comunicato della famiglia – abbiamo perso il centro insostituibile della nostra famiglia e una luce gioiosa nelle nostre vite, ma l'ispirazione della sua fede, l'ottimismo, la perseveranza vivranno per sempre nei nostri cuori...».
Vivranno anche nei cuori degli americani che vogliono la difficile riforma sanitaria e che certamente si mobiliteranno in suo nome e per la sua memoria proprio nel momento in cui i repubblicani stanno per far partire una durissima campagna contro la riforma sanitaria proposta da Obama. Una riforma che ha comunque vita difficile e che rischierà di essere annacquata. Ma oggi non è il giorno per le ricriminazioni politiche. È il giorno piuttosto in cui il Paese intero, fatto di democratici e repubblicani si unirà per un momento attorno al ricordo di quest'uomo, simbolo stesso della vitalità e della forza della democrazia americana.