Ma il presidente del Consiglio ha ribadito che la firma degli accordi sul gasdotto South Stream è stata un «grande successo» per l'Italia, smentendo la fonte governativa turca
«Siamo orgogliosi di questo grande successo», aveva dichiarato giovedì il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo aver assistito ad Ankara alla firma degli accordi turco-russi sul gasdotto South Stream. «La nostra azione di diplomazia commerciale - aveva aggiunto - ha portato la Turchia, e in particolare il premier Erdogan, ad accettare che un importante gasdotto, che la nostra Eni costruirà al 50% con Gazprom, possa passare nelle acque territoriali della Turchia, sul fondo del Mar Nero».
Proprio queste affermazioni del premier hanno provocato stupore in Turchia, dove, secondo quanto riferisce la Reuters, una fonte governativa ha definito «esagerate» le dichiarazioni del presidente del Consiglio italiano. Sempre secondo la fonte, le parole di Berlusconi che ha commentato la firma dell'accordo come un successo personale, avrebbero «sorpreso» il governo turco. E, qualche restroscena emerge anche sulla presenza di Berlusconi alla cerimonia organizzata per la firma dell'accordo tra Mosca e Ankara. Berlusconi avrebbe fatto una richiesta last-minute per assistere accanto a Putin e a Tayyp Erdogan. La situazione, sempre secondo la fonte citata dalla Reuters, si sarebbe però risolta in qualche sorriso. «Questa è il genere di cosa che potrebbe creare problemi diplomatici. Ma, trattandosi di Berlusconi, ha fatto sorridere i due leader».
Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, venerdì 7 agosto, Berlusconi ha smentito quanto affermato da una fonte turca all'agenzia Reuters, e cioè di una sua «intrusione» indebita nella firma dell'accordo tra Russia e Turchia per la realizzazione del gasdotto Southstream. Berlusconi ha rivendicato di aver svolto «una grande azione diplomatica su mandato esplicito di Putin nei confronti di Erdogan, e su mandato esplicito di Erdogan nei confronti Putin». Inoltre l'Italia «era molto interessata perché l'Eni è protagonista sia in Southstream, realizzandolo al 50%, sia nell'oleodotto». Un progetto che «porta benefici all'Italia ma anche ad altri Paesi europei perchè tutti avranno la garanzia di non restare al freddo», rischio che invece c'era «a causa del passaggio» dell'attuale gasdotto «attraverso l'Ucraina».