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Le polemiche sull'«amnistia» fiscale fanno il giro del mondo

di Elysa Fazzino

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24 settembre 2009


Per l'Independent gli italiani sono «furibondi», per il Financial Times c'è «subbuglio». Oltre che sui media britannici, trovano eco anche su vari siti francesi e spagnoli le polemiche suscitate in Italia da quella che all'estero chiamano chiaramente «amnistia fiscale», poiché l'espressione «scudo fiscale» sarebbe di non immediata comprensione.

In evidenza è la disputa scoppiata sull'emendamento, approvato dal Senato, che amplia la protezione offerta a chi aderisce al condono. Sotto il titolo «L'amnistia fiscale italiana scatena subbuglio», il corrispondente da Roma del Financial Times Guy Dinmore spiega che la «controversa» norma «include il rimpatrio del denaro detenuto all'estero attraverso il falso in bilancio e altri reati finanziari». La cronaca è eloquente: «I senatori di centrosinistra sono usciti dall'aula senza votare, accusando il governo di centrodestra di Silvio Berlusconi di condonare la criminalità». Una misura – puntualizza il Ft - esenterebbe le banche italiane dalla necessità di informare la Banca centrale di ogni sospetto di riciclaggio.

L'emendamento – continua il quotidiano britannico - allarga l'amnistia a una «considerevole lista» di reati tributari e societari, compresi il falso in bilancio, la distruzione di conti e le false comunicazioni sociali. La nuova legge estenderebbe l'amnistia dagli individui ai «partecipanti» nelle imprese all'estero, «un provvedimento vago – scrive il Ft - che alcuni interpretano come riferito alle imprese stesse».

Il Financial Times cita il senatore del Pd Gerardo D'Ambrosio, noto ex procuratore antimafia, che ha affermato che l'amnistia viola la costituzione. «I senatori dell'opposizione», si legge ancora sul Ft, «hanno anche accusato il ministro delle Finanze Giulio Tremonti di avere rinnegato la promessa di non dare l'amnistia a chi è implicato nel falso in bilancio». C'è la replica di Tremonti, secondo cui l'amnistia è in linea con altri Paesi e con quanto stabilito dall'Ocse. Dulcis in fundo, le cifre della Nens, «un think-tank dell'opposizione»: il 5% di multa pagato dagli italiani che rimpatriano i fondi si confronta con il 44% dell'analoga misura britannica e con il 49% di quella Usa.

Con il titolo «Italiani furibondi per i piani di dare l'amnistia agli evasori fiscali», l'Independent pubblica sui sito web un lancio Reuters che mette in risalto le reazioni dell'opposizione e della Cgil. «I rivali chiamano "un insulto" la proposta di Berlusconi di rimpatriare il denaro all'estero». L'articolo ricorda che, secondo fonti bancarie, gli italiani hanno 600 miliardi di euro depositati in paradisi fiscali. Anche i politici centristi che «con riluttanza» hanno approvato la versione originale dell'amnistia fiscale, sostenendo che aiuterebbe l'economia in tempi di crisi, si sono opposti alla norma sul falso in bilancio, precisa il servizio di Philip Pullella, citando le critiche di Pierdinando Casini. La notizia è ripresa anche su vari siti americani, tra cui quello del Washington Post (che titola: «Governo Berlusconi sotto tiro per il piano di amnistia per frode») e francesi, come quello del Nouvel Observateur (che parla di amnistia «molto criticata»).

«Polemica dopo la modifica di una misura di amnistia fiscale», è il titolo di una notizia Afp che si può leggere sul sito di Les Echos. C'è la reazione dell'opposizione, che ha accusato la maggioranza di «favorire i mafiosi». C'è la spiegazione: «Ormai, le persone che hanno commesso un certo numero di reati come il falso in bilancio potranno usare il dispositivo», ma «l'amnistia resta sempre impossibile» se è in corso una procedura penale o un'indagine del fisco. Secondo lo studio milanese Bernoni, l'amnistia potrebbe gonfiare le entrate fiscali dai 3 ai 4,5 miliardi di euro, entrate che saranno le «benvenute» poiché «le entrate dello Stato italiano, il più indebitato d'Europa, sono diminuite a causa della crisi».

Il quotidiano spagnolo El Pais titola: «Berlusconi amplia l'amnistia fiscale a tutti i delitti per evadere le imposte». La corrispondenza di Miguel Mora parla di «opposizione scandalizzata», racconta dei cartelli di protesta e dell'abbandono dell'aula. E dà particolare rilievo alla «preoccupazione» dell'Associazione nazionale magistrati, che denuncia come l'ampliamento del decreto avrà come risultato «l'impunità di chi ha ottenuto benefici violando la legge e minerà la fiducia di chi ha agito rispettando la legge».
El Pais conclude con quella che definisce «una curiosità»: la norma che autorizza anche gli eredi a chiedere il rimpatrio dei capitali situati all'estero. La precisazione «sembra riferirsi alla disputata eredità del defunto Gianni Agnelli, capo della Fiat. La figlia Margherita sostiene che suo padre deteneva 2000 milioni di euro in una banca svizzera che le furono sottratti da sua madre nella divisione dell'eredità. Ora il governo le dà la possibilità di reclamarli», conclude El Pais.

24 settembre 2009
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