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In Germania vittoria netta del centro-destra

dal corrisponente Beda Romano

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28 settembre 2009

E' una vittoria netta in termini di seggi quella ottenuta in Germania dal centro-destra, dopo quattro anni di grande coalizione. Secondo i risultati provvisori resi noti nella notte, il cancelliere democristiano Angela Merkel potrà governare il paese con i liberali dell'Fdp. I primi commenti dopo il voto si interrogano però sul futuro rapporto di forza tra due partiti che in questi anni sono sembrati meno vicini che in passato.
L'alleanza Cdu-Csu-Fdp ha 332 seggi al Bundestag, su un totale di 622. La vittoria della coalizione di centro-destra è soprattutto merito dei liberali, che hanno raccolto il 14,6% dei voti, il loro migliore risultato in sessant'anni di Repubblica Federale; ai democristiani è andato il 33,8%. Il voto di ieri segnala anche una sconfitta senza precedenti dei socialdemocratici, mai così deboli in sessant'anni di storia della Repubblica Federale.
"Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di offrire una maggioranza stabile alla Germania", ha detto ieri sera una sorridente signora Merkel in diretta televisiva. "Abbiamo fatto qualcosa di fantastico. Abbiamo detto che volevamo un nuovo governo per ridare slancio all'economia e creare posti di lavoro. Possiamo veramente celebrare questa sera". Angela Merkel, 55 anni, ha promesso di essere "il cancelliere di tutti i tedeschi".
L'Spd con il 23,0% mette a segno il peggiori risultato del dopoguerra. Bene invece sono andati altri due partiti di sinistra: Die Linke, il movimento di ex socialdemocratici ed ex comunisti guidato da Oskar Lafontaine, ha raccolto l'11,9%; mentre i Verdi hanno avuto il 10,7% dei voti. Quattro anni di grande coalizione tra Spd e Cdu hanno rafforzato i piccoli movimenti e ulteriormente indebolito i due grandi partiti popolari.
Il leader socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, ha ammesso ieri sera di essere dinanzi a "una amara sconfitta". Il risultato dell'Spd – il peggiore dal 28,8% ottenuto nel 1953 – comporterà in seno al partito un esame di coscienza e rilancerà probabilmente le discussioni per un'eventuale alleanza o addirittura fusione con Die Linke. L'Spd è rimasto vittima non solo della sinistra radicale, ma anche di una Cdu che in questi anni si è posta al centro della scena politica.
Il risultato appare più netto di quanto non lasciassero prevedere i sondaggi dell'ultima settimana: questi mostravano che un remake di una grande coalizione democristiana-socialdemocratica non era da escludersi, sulla scia di una crescita dei partiti più piccoli e di un numero elevato di elettori indecisi. Peraltro la partecipazione al voto è stata particolarmente bassa quest'anno, intorno al 72%, secondo una prima stima.
La nuova maggioranza di centro-destra ha fatto campagna elettorale in queste settimane promettendo tagli fiscali, misure a favore delle imprese e una revisione parziale della scelta di chiudere le centrali nucleari entro il 2020. La signora Merkel può dirsi soddisfatta dell'esito finale, ma non del risultato del suo partito, il peggiore dal 1949 (anno in cui la Cdu, nelle prime elezioni libere, raccolse il 31% dei voti) e in leggero calo rispetto al 2005.
I primi commenti in Germania mettono in risalto le differenze tra la Cdu e l'Fdp, pur avendo i due partiti fatto campagna con l'obiettivo di governare insieme. Il partito democristiano in questi anni si è spostato verso il centro della scena politica partecipando a "una socialdemocratizzazione del paese" come ha notato la Frankfurter Allgemeine Zeitung. L'Fdp invece è rimasto fermo su posizioni liberali, soprattutto per quanto riguarda le norme che regolano il mercato del lavoro.
Il nuovo governo avrà non poche questioni aperte da risolvere. Il paese ha sofferto un brusco calo della produzione tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009, soffrendo più di altri della recessione mondiale. Il modello economico tutto rivolto alle esportazioni è fonte di debolezza. La nuova maggioranza poi dovrà ridurre il debito pubblico, ormai previsto intorno all'80% del Pil nel 2010, pur mantenendo la promessa di tagli fiscali.
"Il nuovo esecutivo dovrà fare i conti con un deficit elevato e una disoccupazione in aumento – ha detto Peter Loesche, professore a Gottinga –. Dopo un primo simbolico taglie alle tasse, mi aspetto poche riforme, riduzioni di spesa e anche aumenti fiscali nel 2011". Angela Merkel è cambiata molto in questi anni alla guida di una grande coalizione, diventando più cauta nel proporre riforme economiche: sarà interessante analizzare il rapporto di forza tra i partiti della nuova coalizione, così come capire se e come il cancelliere cambierà stile alla testa di un'alleanza di centro-destra.

28 settembre 2009
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