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Le teorie sull'esistenza di una cricca occulta di banchieri ebrei che controlla il mondo gira da secoli ed è stata usata per giustificare le violenze contro gli ebrei da personaggi di ogni genere, dagli zar russi ai nazisti, fino ad al-Qaeda. Ma la crisi finanziaria globale ha fatto rispuntare fuori queste teorie, stavolta però provenienti da una nuova fonte nuova e inattesa.
L'ultima versione della teoria del banchiere ebreo viene dalla Cina, dove il consulente informatico e storico dilettante Song Hongbing nel 2007 ha pubblicato un libro intitolato Currency Wars. Hongbing sostiene che un piccolo gruppo di banchieri ebrei controlla i sistemi bancari pubblici e privati di tutto il mondo fin dai tempi di Napoleone, e poi prosegue dicendo che questo gruppo non soltanto è stato all'origine del crollo del 1997, ma che adesso ha preso di mira la Cina, incoraggiando Pechino ad aprire il sistema finanziario nazionale e a comprare sempre più bond occidentali, con la consapevolezza che i prezzi sarebbero continuati a scendere.
Il libro è diventato a sorpresa un bestseller nell'autunno di quell'anno, con molti cinesi che lo compravano perché lo vedevano come un metodo per fare più soldi sul mercato azionario (e perché offriva una spiegazione di comodo per il crollo del 1997). Ma dopo la crisi finanziaria mondiale dello scorso anno, e col prezzo traballante dei buoni del tesoro Usa, il libro si è conquistato una nuova legittimità in Cina e sembra che sia stato letto perfino da alcuni degli esponenti del Gotha finanziario.
La verità
Le cause della crisi finanziaria sono una miriade, dall'esplosione della bolla immobiliare alla proliferazione di gruppi d'interesse sovraindebitati nel settore della finanza. Milioni di ebrei hanno perso denaro come chiunque altro.
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