Implosione, spaccatura, tensione: i media stranieri guardano con interesse alle liti interne al Popolo della Libertà, attenti a cogliere segnali di debolezza della maggioranza di governo. «Il partito di Berlusconi implode per l’attacco a un cofondatore» titola il Times Online, dopo l’annunciata querela del presidente della Camera Gianfranco Fini contro Vittorio Feltri, direttore del Giornale.

Il Giornale, «il quotidiano di proprietà della famiglia di Berlusconi», spiega Richard Owen, ha suggerito che Fini debba essere cacciato dal Pdl per il suo flirtare con l’opposizione di sinistra. Lo ha anche accusato di coprire «scandali a luci rosse» riguardanti «personalità di An».

Il Pdl viene definito come una «coalizione difficile», formata l’anno scorso tra An, «il riformato discendente del partito fascista di Benito Mussolini», e Forza Italia creata da Berlusconi nel 1994. Il Times riferisce che Fini ha avuto l’appoggio di 50 parlamentari suoi alleati. E ricorda che Feltri, «noto per il suo stile combattivo», la scorsa settimana ha accusato «il camerata Fini» di non appoggiare il Primo ministro contro le accuse di scandali sessuali e di parteggiare con la sinistra su temi come l’immigrazione, i diritti degli omosessuali e l’eutanasia.

«Lo speaker d’Italia querelerà giornale di Berlusconi» scrive il Telegraph. Fini è «un alleato chiave» del premier italiano ma le sue relazioni con Berlusconi ora sono «tese» per la minaccia del Giornale di rendere pubbliche «non specificate» accuse di scandali porno. I due leader hanno messo insieme i rispettivi partiti ma da allora, ricorda Nick Squires, si sono scontrati su diverse questioni.

Fini, continua il Telegraph, è ai ferri corti non solo con Berlusconi ma anche con Umberto Bossi, «l’altra figura più importante della coalizione» di governo. Il quotidiano britannico aggiunge che lo «straordinario» controllo sui media italiani da parte del Primo ministro miliardario è tornato a fare polemica dopo che il programma serale della tv è stato alterato per «dargli maggiore copertura». Viene citata la protesta del parlamentare d’opposizione Giuseppe Giulietti, secondo cui i dirigenti della televisione italiana «si genuflettono davanti al proprietario unico». Sulla questione televisiva c’è un titolo a parte sull’Independent.

Regolamento di conti

La «querelle» tra Berlusconi e il suo principale alleato si è aggravata, esordisce una Reuters ripresa dal sito del Nouvel Observateur. Fini, spiega Stephen Brown, proveniente dal neofascista Msi, ha rinunciato all’estremismo e, diventato leader di An, si è alleato con Berlusconi fino a sembrare a un certo punto come il suo probabile successore. «Ma questa complicità si è trasformata poco a poco in rivalità».

Il Cavaliere dispone di una comoda maggioranza grazie agli eletti di An e della Lega Nord. Ma «questa coalizione non è di tutto riposo» per il presidente del Consiglio, alle prese con le esigenze della Lega (che già aveva fatto cadere il primo governo del 1994) e con le critiche di Fini, «che vorrebbe che il capo del governo rispettasse un po’ di più i lavori parlamentari». Tutta questa vicenda, continua la Reuters, ha l’aria del «regolamento di conti», poiché era stato l’entourage di Fini - denunciando l’imposizione da parte del Cavaliere di donne belle e giovani nelle liste del Pdl per le europee - a scatenare la campagna sulle relazioni sessuali attribuite a Berlusconi. Con il titolo «La spaccatura di Berlusconi con alleato si accentua con querela» la notizia Reuters è ripresa da vari siti Usa, tra cui quelli di New York Times e Washington Post.

La reazione di Fini – scrive lo spagnolo El Pais - fa salire di un gradino la divisione politica del partito diretto «con mano di ferro» da un Berlusconi sempre più indebolito. Nell’articolo intitolato «Fini querela il giornale dell'alleato Berlusconi», Miguel Mora ricorda che Fini è stato molto critico nei confronti della politica dell’immigrazione della Lega Nord e del progetto di legge sul testamento biologico «spinto dai settori ultracattolici della maggioranza di governo». Il corrispondente di El Pais afferma che la risposta di Berlusconi, come nel caso dell’Avvenire e «del resto della stampa che non controlla», è stata di «estendere la strategia della tensione» contro Fini «con gli insulti, le minacce e l’ultimatum del Giornale», che Silvio Berlusconi ha ceduto al fratello Paolo per adeguarsi «formalmente» alla legge di incompatibilità approvata dal suo governo. El Pais, che è stato citato in giudizio da Berlusconi, pubblica anche un commento di Javier Pradera che sferza il premier italiano, definendo una «deplorevole rivista» la conferenza stampa della scorsa settimana dal presidente del governo spagnolo Zapatero.

   CONTINUA ...»

 «L'estremismo della Lega Nord minaccia di rompere con l'alleanza Berlusconi-Fini», titola Abc. Veronica Becerril parla di «acque turbolente della politica italiana» e mette in evidenza non solo le critiche di Fini «che contraddicono la politica seguita dal suo partito», ma anche le dichiarazioni di Umberto Bossi per l’indipendenza della Padania. «Le continue provocazioni del leader nordista non piacciono al raffinato presidente della Camera dei deputati».

16 settembre 2009
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