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Le fabbriche dei Nobel, la classifica degli atenei che hanno formato i vincitori del premio

di Luigi dell'Olio

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12 ottobre 2009
Nobel, la classifica degli atenei con più riconoscimenti dal 1901

"Abbiamo più premi Nobel di qualsiasi altra istituzione al mondo" si leggeva qualche giorno fa in una news pubblicata sul sito dell'Università di Cambridge. Con le due vittorie del 2009 - Venki Ramakrishnan per la chimica e Elizabeth H. Blackburn la medicina – l'ateneo inglese ha raggiunto quota 85 premi Nobel, secondo il criterio utilizzato dai vari atenei che considera ex-studenti e ricercatori, docenti che hanno insegnato prima di ricevere il Nobel e quelli che lo hanno fatto successivamente. Un riconoscimento che sposa alla perfezione il motto scelto da Cambridge: "Hinc lucem et pocula sacra", locuzione latina che può essere tradotta come "L'eccellenza è un valore irrinunciabile". I nomi celebri passati per le aule dell'ateneo inglese si sprecano: dall'economista Amartya Sen – prima ricercatore e poi docente – al filoso e matematico Bertrand Russell, dall'economista Eric Maskin al premio Nobel per la medicina Alan Lloyd Hodgkin.

Confrontando i dati di Cambridge con quelli degli altri atenei si scopre, in realtà, che l'ateneo inglese non è da solo in vetta. A fargli compagnia con lo stesso numero di riconoscimenti è l'Università di Chicago, che anche quest'anno ha aggiunto un nuovo attestato con Ada Yonath, co-vincitrice del premio per la chimica. Nomi che si aggiungono a tanti altri illustri, a cominciare da Paul Anthony Samuelson e Milton Friedman, due pietre miliari negli studi economici. Rispetto a Cambridge, Chicago ha avuto un numero inferiore di studenti poi premiati (29 contro 65), ma più docenti, prima e dopo la conquista del premio. Anche nel caso dell'ateneo americano, il motto latino scelto suona profetico: "Crescat scientia; vita excolatur" ovvero "Aumenti la sapienza e la vita ne sarà arricchita".

Dominio a stelle e strisce
Analizzando tutti i premi Nobel assegnati e confrontandoli con gli atenei di formazione e/o insegnamento, il quadro premi nettamente le Università statunitense. Alle spalle della coppia di testa si posiziona la Columbia University (con 78 premi Nobel), dove ha studiato Barack Obama – insignito del riconoscimento per la Pace quest'anno – e che nel palmares docenti indica, tra gli altri, gli italiani Franco Modigliani e Carlo Rubbia. Ai piedi del podio si piazza Harvard, con 75 riconoscimenti tra cui Theodore Roosvelt ed Henry Kissinger. Segue il Mit di Boston, "fabbrica" di 72 Nobel tra cui Joseph Stiglitz e Paul Krugman. Quinto posto per l'Università della California, che da sola vanta 65 premi, che arrivano tuttavia a 111 sommando anche gli altri campus consorziati come Berkeley, Los Angeles e San Diego.
Per trovare il primo ateneo non anglossasone bisogna scorrere la graduatoria fino al settimo posto: l'Università di Parigi può vantare 59 Nobel, tra cui spicca quello a Jean Paul Sartre. La tedesca Gottingen, dove ha studiato tra gli altri Enrico Fermi, è decima e l'Università di Monaco di Baviera dodicesima.

Indietro le italiane
Passando alle vicende italiane, il quadro che emerge è desolante, per quanto non nuovo: a fronte di 20 premiati, infatti, sono pochi gli atenei che possono vantare di essere state "Fabbriche dei Nobel": ad esempio, il veronese Mario Capecchi, insignito del riconoscimento per gli studi medici nel 2007, vive negli Stati Uniti dall'età di 8 anni. Nel paese americano ha studiato (prima a New York poi all'Antioch College) e insegna (Utah e Harvard). Detto di Fermi e Rubbia, va anche ricordato che entrambi hanno frequentato la Normale di Pisa. Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini hanno studiato, invece, all'Università di Torino, ma per entrambi la consacrazione è arrivata grazie alle ricerche realizzate negli Usa. Un destino comune a quello di tanti giovani ricercatori di oggi, dei quali probabilmente l'Italia si ricorderà al primo riconoscimento internazionale.

12 ottobre 2009
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