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Fmi e G-7 ribadiscono: crescita c'è ma lenta e fragile

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3 ottobre 2009

Nel suo outlook regionale dedicato all'Europa il Fndo monetario internazionale (Fmi) ribadisce nella sostanza le stesse considerazioni diffuse alcuni giorni fa in merito alla prospettiva economica globale.

E cioè che anche in Europa la recessione volge al termine, che si vede l'inizio di una ripresa, la quale però sarà "lenta e fragile". Sarà una ripresa basata in gran parte sul commercio con l'estero, ma l'europa deve fare attenzione a "non contare solo su questo", ha avvertito il direttore del dipartimento europeo del fondo, Marek Belka.

Le esportazioni non saranno sufficienti per trainare una crescita sostenuta, visto che i consumi americani non torneranno ai livelli pre-crisi e quelli asiatici, nonostante la crescita più sostenuta della cina, non ne colmeranno il vuoto. confermata anche la permanenza di alcuni elementi negativi: il credito resta ancora scarso e la disoccupazione è destinata ad aumentare. Nello studio vengono riproposte le stesse previsioni sull'andamento del Pil diffuse nel World economic outlook.

Il Fondo stima un calo del pil complessivo dell'Unione europea nel 2009 del 4,2 per cento, e una ripresa dello 0,5 per cento nel 2010. Per quanto riguarda l'eurozona, invece, la stima è -4,1 per cento nel 2009 e un +0,3 nel 2010. Per l'italia, il fmi prevede un -5,1 per cento nel 2009 e un +0,2 per cento nel 2010. L'Europa, osserva il Fmi, ha un problema di riduzione del potenziale di crescita, aggravato dalla recessione. "le politiche fiscali e monetarie dovranno sostenere attentamente l'inversione del ciclo senza dimenticare di preparare l'uscita dalle misure straordinarie". Infatti, "muoversi rapidamente per riparare il danno causato dalla crisi al potenziale di crescita europeo é la cosa più importante. solo alzando il potenziale di crescita dell'europa nel lungo periodo potremo metterci la crisi definitivamente alle spalle". Il "basso potenziale di crescita" è un problema che ha in particolare l'Italia. Lo aveva prima della recessione e continuerà ad averlo anche dopo, se non interverranno riforme strutturali.

Nel corso dell'ultimo decennio, ha spiegato Ajai Chopra, vicedirettore del dipartimento europeo del Fmi, l'Italia ha visto "declinare la produttività, ristagnare i redditi e allargarsi ulteriormente il gap di competitività". Per questo, ha bisogno di "agire con molta più forza per affrontare gli impedimenti strutturali alla crescita" che gravano sull'economia italiana.

3 ottobre 2009
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