ILSOLE24ORE.COM > Notizie Mondo ARCHIVIO

Nucleare iraniano: «sì» dei Grandi, ma Teheran rifiuta la bozza di accordo

di Vittorio Da Rold

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
24 ottobre 2009
L'ambasciatore iraniano Ali Asghar Soltanieh durante la conferenza stampa a margine dell'incontro avvenuto con i funzionari Aiea a Vienna (AP Photo/Hans Punz)

Il regime degli ayatollah prende tempo fino alla settimana prossima quando Mohammed el-Baradei, capo dell'Aiea, tornerà a Vienna, sede dell'agenzia dell'Onu, ma nel contempo gela le aspettative dei tre grandi coinvolti (Stati Uniti, Russia e Francia), che avevano sperato, dopo sette anni di estenuanti trattative, nella soluzione di compromesso - arricchire l'uranio all'estero, in Russia e Francia - per l'annoso contenzioso nucleare con l'Occidente.

L'Iran ha ancora una volta chiesto tempo e darà soltanto a metà della settimana prossima una risposta alla bozza d'accordo con le grandi potenze, secondo quanto ha riferito l'ambasciatore iraniano presso l'Aiea, Ali Asghar Soltanieh, artefice, insieme a el-Baradei, dei dettagli tecnici della bozza d'intesa. In precedenza la tv di stato iraniana aveva detto che Teheran preferirebbe acquistare l'uranio arricchito per il suo reattore di ricerca piuttosto che trasferire all'estero quello a basso arricchimento in suo possesso.

«L'Iran sta esaminando i differenti aspetti del contenuto dell'accordo», ha precisato il diplomatico iraniano. «Dopo una valutazione finale, darò la mia risposta a el-Baradei quando tornerò a Vienna la prossima settimana». L'Aiea ieri sera ha confermato in un comunicato che la risposta di Teheran giungerà la prossima settimana, dicendosi fiduciosa in un esito favorevole, e la Casa Bianca si è detta disponibile ad aspettare. Gli Stati Uniti possono aspettare ancora «pochi giorni ma non per sempre» ha precisato il portavoce del dipartimento di stato, Ian Kelly, cosciente che la politica della "mano tesa" inaugurata da Obama verso l'Iran non può durare in eterno e comincia a perdere consensi al Congresso che ha appena approvato, alla Camera dei rappresentanti, un pacchetto di pesanti sanzioni a chi vende benzina a Teheran. «La palla è adesso nel campo dell'Iran. E speriamo davvero che Teheran possa fare la scelta giusta», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri francese, Bernard Valero.

Certo l'Iran ha guadagnato ancora giorni preziosi mentre domani partiranno gli ispettori Aiea per visitare l'impianto segreto di Qom, ormai ripulito da ogni traccia sospetta. Il direttore dell'Aiea, Mohammed el-Baradei, aveva fissato per ieri alle 24 il termine ultimo per rispondere alla sua proposta, già accettata dalle altri parti coinvolte: Stati Uniti, Russia e Francia.
L'accordo, bocciato ieri dal vice primo ministro israeliano Silvan Shalom, prevede il trasferimento in Russia di 1.200 kg di uranio arricchito iraniano affinché venga ulteriormente lavorato e trasformato poi in combustibile in Francia, prima di essere rispedito nuovamente in Iran dopo un anno, per essere utilizzato per scopi medici nel reattore dell'Università di Teheran.

Perché il governo iraniano non abbia risposto in tempi rapidi alla bozza resta un quesito senza risposta. Intanto mentre si gioca la partita dell'uranio, il regime iraniano continua a subire le pressioni dei riformisti. Ieri il leader dell'Onda verde Mehdi Karroubi è stato aggredito a Teheran dai sostenitori del presidente Mahmoud Ahmadinejad mentre si trovava alla fiera nazionale della stampa iraniana. Karroubi è stato bloccato da un gruppo di oppositori che lo hanno insultato e aggredito. Il clima interno non accenna a placarsi, forse manca la stabilità necessaria per fare un accordo che rompa con 30 anni di retorica nazionalistica sul diritto all'atomo, mentre Ahmadinejad è stato addirittura attaccato da Kayahn, il quotidiano ufficiale della guida suprema Ali Khamenei, per un presunto atteggiamento troppo morbido sul nucleare.

È evidente che un fallimento definitivo dell'accordo sarebbe un passo falso per il regime di Teheran, che chiudendo la porta alla proposta di dialogo di Obama dopo 30 anni di gelo diplomatico con Washington si ritroverebbe sotto la minaccia della quarta ondata di sanzioni dell'Onu, questa volta sul settore energetico petrolifero. Ma sarebbe un fallimento peggiore per il presidente americano, che dovrebbe subire le critiche interne di chi accusa la sua politica estera di essere troppo accomodante.

24 ottobre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio


L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Scene dal Pacifico
La storia per immagini dei magazzini Harrods
Il giorno del mistero a Wall Street
Elezioni inglesi / Chi ha fatto centro? La vignetta di Stephff
Election day
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-