La Sacra Sindone un falso? Il mistero della reliquia custodita a Torino valica le Alpi e corre sul web, in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti. Ed ecco sui siti esteri la notizia che in Italia è stato realizzato un clone del telo venerato come il sudario di Cristo: una copia realizzata con tecnologie del Trecento per dimostrare che la Sindone può essere opera di un falsario dell'epoca.
«Un gruppo di scienziati italiani tenta di distruggere il mito della Sindone di Torino», titola il Nouvel Observateur, pubblicando sul suo sito un'agenzia Ap. Luigi Garlaschelli, professore di chimica all'Università di Pavia – si legge nell'articolo, che cita la Repubblica - afferma che le caratteristiche del sudario, fin qui considerate non riproducibili con mezzi umani, possono essere state ottenute utilizzando «materiale a buon mercato e un procedimento abbastanza semplice». La sua équipe ha invecchiato artificialmente un telo tinto e tessuto come l'originale, mettendolo in forno e lavandolo con acqua. Poi l'ha messo sul viso di uno studente e i tratti del suo viso sono stati calcati applicando il colore ocra. Il processo è durato una settimana.
Una Reuters dal titolo «Uno scienziato riproduce una copia della Sindone», sempre sul Nouvel Observateur, precisa che il chimico italiano ha beneficiato dei finanziamenti di un'associazione di atei e agnostici (Il comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, ndr). Ma sottolinea che ciò non inficia le conclusioni: «Il denaro non ha odore. Quello che è stato fatto è stato fatto scientificamente. Se la Chiesa (cattolica) vorrà in futuro finanziarmi, sono il suo uomo», ha aggiunto Garlaschelli.
Il britannico Telegraph – in un articolo con foto intitolato «La Sindone di Torino è un "falso medievale", dicono scienziati italiani» - ricorda che fecero sensazione nel 1988 i test con il carbonio 14 eseguiti nei laboratori a Oxford, Zurigo e Arizona, in base ai quali il sudario era stato fabbricazione tra il 1260 e il 1390. «Gli scettici dissero che era un falso, probabilmente fatto per attirare il redditizio business dei pellegrinaggi».
Ma gli scienziati, aggiunge il Telegraph, finora non erano riusciti a spiegare come l'immagine era stata lasciata sul telo. Il giornale fornisce qualche dettaglio sulla tecnica usata da Garlaschelli.
«La Chiesa cattolica non sostiene che il sudario sia autentico, né che sia una questione di fede, ma dice che è un potente ricordo della passione di Cristo», continua il giornale britannico. La reliquia, una delle più discusse della Cristianità, è custodita a Torino e «raramente esibita». Fu messa in mostra nel 2000 e lo sarà nuovamente l'anno prossimo.
Dell'esperimento italiano parlano grazie all'Ap anche vari siti Usa, come il New York Times, il Chicago Tribune, il San Francisco Chronicle. Il sudario è stato al centro di un acceso dibattito nella comunità scientifica, si legge sul New York Times. «Alcuni ricercatori sostengono che le toppe messe nel medio Evo per riparare il telo dopo un incendio hanno alterato i test con il carbonio. Un altro studio, dell'Università Ebraica, ha concluso che le impronte di polline e piante sul sudario mostrano che esso proviene da un'area vicina a Gerusalemme e risale a qualche tempo prima dell'ottavo secolo».
