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Cento talebani uccisi sabato, ma Obama ripensa la strategia

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6 ottobre 2009
(Reuters)

Oltre 100 talebani sono stati uccisi sabato nella provincia del Nuristan, nell'Afghanistan orientale al confine con il Pakistan, in un'offensiva lanciata dalle truppe del contingente Nato-Isaf in risposta all'assalto ad un avamposto Usai in cui otto soldati americani e due afghani hanno perso la vita. Lo ha annunciato oggi la Nato.

«Un resoconto più dettagliato dell'attacco del 3 ottobre nel Nuristan ha mostrato che le forze nemiche hanno avuto più di 100 morti», ha dichiarato un portavoce dell'Isaf, secondo cui l'attacco è stato effettuato «dalle forze locali anti-afgane» insieme a elementi talebani del gruppo Hizb - i -Islami guidato dal 'signore della guerrà pashtum ed ex premier Gulbuddin Helmatyar che hanno appoggiato l'attacco«, ha aggiunto il portavoce.

Talebani in vantaggio. Otto anni dopo l'inizio della guerra in Afghanistan i talebani «sono in vantaggio»: è l'amara constatazione del capo del Pentagono Robert Gates. E la ragione: «Perché Stati Uniti e i loro alleati non sono stati capaci di mandare abbastanza truppe sul terreno», ha detto il ministro della difesa in una tavola rotonda organizzata dalla Cnn.

Bare avvolte nella bandiera all'obitorio nazionale di Dover nel Delaware: sono quelle degli otto militari morti nell'ultimo attacco al confine con il Pakistan. Manifestanti di 'Code Pink' tra cui la pasionaria anti-Iraq Cindy Sheehan arrestati davanti alla Casa Bianca, e intanto in Afghanistan i talebani che avvertono l'America e la Nato: «La guerra sarà lunga».

Otto anni dopo l'invasione l'obiettivo degli Stati Uniti in Afghanistan è tornato quello del 2001: «Smantellare e distruggere la rete di al Qaidà, ha detto il portavoce Robert Gibbs dopo che lo stesso concetto era stato espresso, senza citare l'Afghanistan, dal presidente Barack Obama in un discorso al Centro Nazionale dell'Antiterrorismo. È un target più limitato rispetto all'ambizioso programma di costruzione della democrazia del predecessore George W. Bush. Sul come arrivarci però i segnali sono contrastanti.

E nel pieno del dibattito sul futuro della guerra in Afghanistan il presidente americano, Barack Obama, ha messo in agenda l'incontro di oggi pomeriggio (fuso orario di Washington) con una delegazione di parlamentari per discutere la nuova strategia militare. La riunione arriva nelle settimane in cui la Casa Bianca sta decidendo se accogliere o meno la richiesta dei generali sul campo di inviare nuove truppe. Al meeting odierno parteciperanno 31 tra deputati e senatori di entrambi gli schieramenti politici, tra cui anche l'ex rivale elettorale di Obama, John McCain.

Obama è pronto a un vero confronto con i parlamentari che gli sottoporranno i dubbi e le domande necessarie per capire quali siano i tempi per una decisione. «Credo che la riunione inizierà con il presidente che spiegherà a che punto è il processo di revisione della strategia e poi proseguirà con domande e risposte da parte dei membri del Congresso», ha detto il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs.

La battaglia dei parà italiani. Una vera e propria battaglia fra parà della Folgore e talebani nel distretto di Shindand, la parte più pericolosa della provincia di Herat in cui è schierata la maggior parte dei militari italiani: è l'esclusiva del Tg3 mandata in onda oggi e relativa a combattimenti dello scorso 23 settembre.

Le immagini del servizio di Nico Piro, girate nei pressi del villaggio di Parkaman, sono state ottenute da fonti non ufficiali: i paracadutisti vengono attaccati dai miliziani con kalashnikov e razzi rpg e mortai in una zona stepposa, e si scatena una vera e propria battaglia. I soldati italiani sono costretti infatti a rispondere con mitragliatrici e anche con i lanciagranate 'Panzerfaust' e possono farlo senza rischi per la popolazione civile: la zona per fortuna è disabitata.

I militari italiani nei blindati lince combattono per circa due ore contro i nemici, e gli scontri si ripeteranno il giorno dopo: la zona, nota come Zirko Valley, è una delle più strategiche perché da qui viene la maggior della produzione di oppio dell'Afghanistan occidentale con cui i talebani si finanziano. Per questo la coalizione Nato-Isaf sta cercando di ottenerne il controllo. E il generale Rosario Castellano, comandante della Regione Ovest Isaf sta utilizzando i parà della task force inviata per le elezioni.

Nei combattimenti di quei giorni vengono feriti tre parà italiani, per fortuna tutti in modo lieve: nelle immagini si vedono due di loro, colpiti alla mano e al collo, mentre sono evacuati in elicottero.

6 ottobre 2009
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