Il Sole 24 Ore
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30 ottobre 2009

Tutti gli affari di Blair (Financial Times)

di Elysa Fazzino

Business e filantropia, un impero di interessi «vasto, complicato e imbarazzante», una rete di società e partnership dalla struttura «bizantina», finanze difficili da capire. E' l'impero che Tony Blair si è costruito da quando ha lasciato Downing Street. Ma la nuova vita dell'ex leader laburista è compatibile con le sue ambizioni di diventare il primo presidente a tempo pieno dell'Unione europea? Se lo domanda il Financial Times nell'inchiesta «Inside Blair Inc.», un'altra bordata alla candidatura di Blair alla nuova presidenza europea. Il giorno dopo avere definito l'ex premier britannico «l'uomo sbagliato» per guidare l'Ue, il quotidiano britannico mette sotto la lente le attività dell'ex premier. E si chiede anche se potrà permettersi di rinunciarvi.

L'impero di Blair ha la sua «sala del trono» in un ufficio a Mayfair, a Grosvenor Square, uno spazio d'ufficio tra i più costosi del mondo. In realtà, se lo gode poco, poiché per tre settimane al mese è in giro per il mondo. Le attività di Blair sono criticate per «la fastidiosa prossimità tra doveri ufficiali, sforzi di raccolta fondi e i suoi crescenti interessi commerciali». All'ex premier viene rimproverato di non essere stato abbastanza selettivo: nel suo globetrotting si è incontrato con presidenti controversi come Paul Kagame del Rwanda e Nursultan Nazarbayev del Kazakhstan, oltre a fare lavoro commerciale con il leader libico Muammar Gheddafi.

L'unico suo ruolo pubblico è quello di inviato per il Medio Oriente per il "Quartetto" Usa, Ue, Onu e Russia. Riserva a questo compito una decina di giorni al mese. «Ma alcuni dei suoi compiti diplomatici sono svolti di pari passo con i suoi interessi commerciali nella regione». La sua priorità è raccogliere fondi per lo sviluppo palestinese. Ma quando è opportuno – sottolinea il Ft - coglie l'occasione per creare interesse per le sue organizzazioni filantropiche o per il suo nuovo business, la Tony Blair Associates (Tba).
La Tba, una partnership privata, ha firmato contratti di consulenza con il governo del Kuwait e con Mubadala, uno dei più attivi veicoli d'investimento di Abu Dhabi. Meno pubblico è il lavoro della Tba nel fare «introduzioni», facilitando affari tra corporation e governi.
Blair fa anche consulenze per la banca Usa JP Morgan Chase, per compensi «a sette cifre». Non ha mai svelato in quali affari è stato coinvolto, ma per JP Morgan ha fatto viaggi a Tripoli. Fa anche lavoro di consulenza per Zurich Financial.

Il secondo binario della sua nuova vita è l'attività filantropica. Blair ha fondato la Goverment Initiative, che tra l'altro aiuta i presidenti del Rwanda e della Sierra Leone ad attrarre investimenti esteri. L'organismo ha chiesto di avere in Gran Bretagna lo status di opera filantropica, ma non l'ha ancora avuto.
Quindi il sostegno dato a questi Paesi viene finanziato attraverso Windrush Ventures N. 3, una partnership con scopo di lucro che non pubblica bilanci. Windrush N. 3 ha ricevuto sovvenzioni di 2,4 milioni di dollari dalla Bill and Melinda Gates Foundation per la Sierra Leone, e di 1,5 milioni di dollari per il Rwanda dalla Gatsby Charitable Foundation. Windrush N. 3 ha un fatturato di almeno 6,4 milioni di sterline e un utile di 350.000 sterline. I fondi da Windrush N. 3 sono andati a Windrush Ventures N. 2 e a Windrush Ventures Ldt, che paga l'affitto dell'ufficio di Mayfair.

Tra i suoi introiti commerciali Blair ha anche le conferenze, per le quali può chiedere 100.000 dollari a volta. L'impero Blair potrebbe creare «complicazioni pratiche» in relazione al lavoro Ue, osserva il Ft. Il nuovo presidente Ue dovrà seguire lo stesso codice di condotta dei commissari. Ciò significherebbe abbandonare ogni lavoro pagato e non pagato. I discorsi a pagamento sono vietati. Nelle opere filantropiche sono permessi solo incarichi onorari, non la raccolta di fondi. Tutte le imprese commerciali - la Tba, le consulenze per JP Morgan e Zurich Financial - dovrebbero essere chiuse o trasformate. Le Windrush dovrebbero diventare «dormienti». Blair dovrebbe forse restituire anche una parte del compenso del Washington Speakers Bureau (che pare sia di 1 milione di dollari). Dovrebbe dichiarare i suoi interessi finanziari e ogni lavoro con clienti che possa portare a conflitti d'interesse.
Poi c'è il libro. Blair ha ricevuto un anticipo di 4,6 milioni di sterline dalla Random House per le sue memorie. La pubblicazione è prevista presto. Le regole Ue non vietano libri. Ma gli amici di Blair temono che se fosse nominato presidente il lancio sarebbe rinviato: non potrebbe fare un tour di presentazione del libro.
Gli amici di Blair - scrive il Financial Times - dicono che non è ancora «mentalmente pronto» ad assumere la presidenza, se glielo chiedessero. Un suo collaboratore dice che il denaro gli piace, ma non è quello che lo fa andare avanti: «Quello che davvero lo motiva è il servizio pubblico, il potere».

30 ottobre 2009

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