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I cinque princìpi di Roma per una sicurezza alimentare sostenibile (ma i soldi non ci sono)

dall'inviato Piero Fornara

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16 novembre 2009
Da sinistra: il direttore generale della Fao Jacques Diouf, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e la direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (Wfp) Josette Sheeran
La Dichiarazione sulla sicurezza alimentare

ROMA - È su un piano in cinque punti che i capi di Stato e di governo, o i loro rappresentanti, lavoreranno fino a mercoledì 18 novembre al vertice della Fao, per dare una risposta «efficace e più coordinata» alla crisi alimentare nei Paesi poveri. I 5 princìpi di Roma al centro del documento ufficiale pongono al primo posto «gli investimenti nei programmi rurali sviluppati a livello nazionale», da implementare grazie a una nuova governance globale, nazionale, regionale e a una migliore collocazione delle risorse. Il testo sottolinea che c'è bisogno di un approccio a breve termine per affrontare l'emergenza fame delle popolazioni più vulnerabili e l'adozione di programmi a medio e lungo termine nelle aree di crisi, oltre a interventi lungo periodo che sradichino alla radice le cause dell'insicurezza alimentare. Per raggiungere l'obiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero di abitanti della Terra che soffrono per la fame e la malnutrizione, si legge nel testo, occorre una maggiore collaborazione tra gli organismi impegnati nella sicurezza alimentare per il mantenimento delle promesse fatte nelle sedi deputate.

Secondo Oxfam International e altre organizzazioni non-governative (Ong) presenti al vertice, la Dichiarazione, adottata lunedì a fine mattinata, è un documento «apprezzabile, ma con troppe omissioni, perché non indica impegni e fondi». Fra l'altro, il leader libico Gheddafi, che ha parlato al summit anche come presidente dell'Unione africana, ha espresso «rammarico» per l'assenza dei capi di Stato e di governo dei paesi del G-8, a parte il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, quale rappresentante del paese che ospita la sede della Fao: «Questo summit – ha osservato Gheddafi – verte sulla mobilitazione di risorse e sforzi e gli assenti sono proprio i paesi ricchi, segno della evidente loro mancanza di volontà di prendere parte a questo sforzo».

Anche il direttore generale della Fao Jacques Diouf, nella conferenza stampa che ha concluso la prima giornata del summit – dov'erano presenti anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il presidente dell'Ifad Kanayo F. Nwanze e la direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (Wfp) Josette Sheeran) – ha riconosciuto nel testo non vengono citati gli investimenti necessari per aumentare la produzione agricola, né i 44 miliardi di dollari annuali che egli nel suo intervento della mattinata era tornato a chiedere a sostegno dell'agricoltura. Ci si limita invece alla frase di «invertire la tendenza alla diminuzione dei finanziamenti nazionali e internazionali consacrati all'agricoltura, alla sicurezza alimentare e allo sviluppo rurale nei paesi in via di sviluppo».

In dettaglio la Dichiarazione di 41 paragrafi (poco più di sei pagine di testo), dopo il preambolo e una definizione degli obiettivi, in linea con il documento sulla sicurezza alimentare approvato al G-8 dell'Aquila, annuncia i "Five Rome Principles for Sustainable Food Security" (Cinque principi di Roma per una sicurezza alimentare sostenibile). Eccoli in sintesi:

1) Sostenere la responsabilità dei governi nazionali e la necessità di investire nei programmi di sviluppo rurale come predisposti dai singoli governi;
2) Maggiore coordinamento tra strategie nazionali, regionali e globali per un migliore impiego delle risorse;
3) Approccio "binario" che consiste in un'azione diretta per rispondere all'emergenza alimentare immediata, ma anche nell'adozione di programmi a medio e lungo termine per eliminare le cause di fondo della fame e povertà;
4) Vigilare perché il sistema multilaterale giochi un ruolo centrale grazie a miglioramenti continui dell'efficienza, della reattività, del coordinamento e dell'efficacia delle istituzioni multilaterali (in questo punto viene affrontata anche la questione della riforma della Fao);
5) Garantire un impegno sostenuto e sostenibile da parte di tutti i partner a investire nell'agricoltura e nella sicurezza alimentare in maniera tempestiva e affidabile, con lo stanziamento delle risorse necessarie dell'ambito di piani e programmi pluriennali.

16 novembre 2009
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