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Diouf : «Mantenere gli impegni del G-8,
contro la fame servono 44 miliardi di dollari»

di Piero Fornara

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16 novembre 2009

ROMA – «Per l'emergenza fame servono 44 miliardi di dollari da destinare allo sviluppo, alle infrastrutture, alle tecnologie e all'innovazione». Questo l'allarme lanciato dal segretario generale della Fao Jacques Diouf che ha aperto lunedì mattina il Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare. Diouf ha denunciato l'esistenza di un miliardo di persone affamate, 105 milioni più che nel 2008: «Oggi nel mondo 5 bambini muoiono di fame ogni 30 secondi». Il direttore generale della Fao ha precisato che 44 miliardi di dollari rappresentano una piccola somma rispetto ai 365 miliardi di dollari destinati nel 2007 dai Paesi Ocse al sostegno dei rispettivi agricoltori e agli oltre 1.300 miliardi di spese militari registrate nello stesso anno. Per sradicare la fame Diouf auspica un aumento del 10% degli stanziamenti destinati ai Pvs. Gli impegni adottati al G-8 dell'Aquila rappresentano un «segno incoraggiante», anche se i 20 miliardi di fondi stanziati per i prossimi tre anni destinati soprattutto allo sviluppo rurale e all'autosufficienza alimentare dei paesi poveri devono ancora materializzarsi».

«Le risorse vanno tradotte – ha continuato Diouf – in concreti finanziamenti da realizzare in indirizzi e infrastrutture per la stagione della semina che inizia a marzo prossimo nell'emisfero Nord». I Paesi sviluppati devono indirizzare più fondi dai loro budget all'agricoltura, in linea con il contributo del settore al Pil nazionale, i guadagni dell'export e lo sviluppo di reddito e occupazione». Inoltre gli investimenti privati dovrebbero essere incoraggiati, sia a livello nazionale che internazionale, attraverso adeguati incentivi.

«La Fao sa cosa dovrebbe essere fatto e cosa si può fare per eliminare il problema della fame – ha sottolineato Diouf nel suo intervento in avvio dei lavori – occorre produrre nei paesi in via di sviluppo, dove vivono i poveri e gli affamati e assicurare la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile. Tra il 1994 e il 2008, con il supporto della Fao, programmi speciali per la sicurezza alimentare sono stati predisposti a livello nazionale e sviluppati in 106 Paesi per aiutare i piccoli produttori. Oggi 17 programmi nazionali su larga scala per la sicurezza alimentare sono operativi e 30 sono in fase avanzata di sviluppo».

Sul fronte di una maggiore sicurezza alimentare «dobbiamo innanzitutto produrre più cibo per chi ha fame e in previsione di uno sviluppo crescente della popolazione ma dobbiamo garantire anche la qualità del cibo e la sicurezza ai consumatori. Serve anche di garantire la salute dei consumatori dalle malattie delle piante e dobbiamo essere in grado di fronteggiare le situazioni di emergenza in seguito ai disastri naturali». Secondo Diouf, infine, «approvando oggi il documento finale sulla sicurezza alimentare e sorvegliando che si traduca concretamente in un miglioramento delle condizioni di vita di chi è povero, noi porremo una storica pietra miliare nel raggiungimento del nostro obiettivo che è un mondo senza fame».

16 novembre 2009
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