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Mutui Usa: la rischiosa moda dei "vulture fund"

dal corrispondente Mario Platero

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22 novembre 2009

NEW YORK – Speculare sui mutui e fare del bene: è questo il più recente binomio finanziario che desta sensazione, ammirazione e polemica in America. Fondi avvoltoi che hanno riscattato dalle banche miliardi di dollari di mutui inesigibili diventano improbabili benefattori avvolti dal manto della carità: invece di dare lo sfratto ai proprietari insolventi e recuperare l'immobile offrono forti sconti e incentivi al vecchio proprietario che può rinnovare il suo mutuo a un costo molto minore. In questo modo dicono i promotori della nuova tendenza, ci guadagano tutti, incluso il sistema.

Tendenza che si è sviluppata, come sempre succede, a fronte di "esigenze del mercato". Prendiamo un tipico vulture fund, lo speculatore acquista centinaia di milioni di dollari di mutui inesigibili a uno sconto del 60% da una banca. In generale il fondo specula sul fatto che potrà entrare in possesso delle proprietà e rimetterle sul mercato a uno sconto magari del 30% con la possibilità di fare grandi guadagni sulla differenza. Peccato che il mercato immobiliare sia fermo, che le case ormai in fase di pignoramento siano in quartieri non necessariamente attraenti e che buttare la gente per strada non sia necessariamente facile. I fondi si sono accorti che diventava molto più redditizio rinegoziare il mutuo condividendo parte dello sconto con il vecchio proprietario.

Tipico esempio? Quello di Steven e Marisela Alva, lui un bidello di 62 anni, lei una casalinga. Hanno tre figli e non hanno più potuto pagare alla Chase interessi e rimborso capitale sul mutuo di 440.000 dollari sulla loro casa di Pico Rivera in California. Se ne devono andare presto, non sanno dove. Il New York Times ci racconta che i coniugi ricevono un giorno una lettera di un intermediario che dice di aver ricevuto uno sconto sul loro mutuo dalla banca, di averlo acquistato e di voler condividere con loro una parte dello sconto. «Troppo bello per essere vero – racconta il signor Alva – non volevo crederci, ero sicuro che ci fosse il trucco, poi tutto è andato per il meglio, per noi è stato incredibile». La finanziaria ha ridotto il mutuo sulla casa degli Alva da 440.000 dollari a 314.000 dollari, li ha presentati a una nuova banca, la Primary Residential Lending dello Utah che ha finanziato il nuovo mutuo a un tasso più vantaggioso e che a sua volta si è coperta con la Federal Home mortgage Administration (FHA), l'agenzia federale che garantisce i mututi residenziali. Tutti felici dunque, il vecchio proprietario che può restare a casa, il vulture fund che ha già incassato il suo profitto, la banca che fa business ed è coperta dallo stato, il governo che mantiene la stabilità delle proprietà delle famiglie.

Con un rischio: l'operazione suona molto come i vecchi pacchetti di mutui e strumenti finanziari che sono poi falliti. Da qui la polemica: il vulture fund ha già incassato i suoi profitti, magari con un grasso sconto netto del 30%, non ha più passivi in quanto si è liberata del mutuo e sparisce. Ma se un domani la famiglia Alva non potrà più pagare il servizio sul nuovo mutuo, si tornerà punto a capo e il cerino resterà in mano di chi….? Del contribuente americano naturalmente. Ma i protagonisti, che cercano quanto più possibile la discrezione, anzi la segretezza, smentiscono: «Stiamo cambiando la vita della gente» ha detto Michael Niccoli, fondatore della Mcm, un fondo immobiliare. E Wilbur Ross, leggendario precursore dei fondi avvoltoi dice che la semplice riduzione dei tassi di interesse prevista dai piani di soccorso del governo non ha funzionato e continua a non funzionare, occorre offrire qualcosa di più e gli sconti forti sul capitale sono la soluzione. Fra i più grandi operatori, vi è la Fortress, che ha rilevato 3 miliardi di dollari di mutui in difficoltà da Citi, La Fortress non parla, ma Meridias, un intermediario del Nevada che ha fatto operazioni e intermediazioni con Fortress è ottimista e pimpante: «Chiamiamoli incentivi di rifinanziamento, mediamente riduciamo il mutuo dell'11% e non lo rileviamo se non sappiamo che possiamo aiutare il proprietario…do soldi via…e un business che ti fa sentire bene». Dicevano lo stesso i finanziatori che davano prestiti senza garanzia a ignare famiglie che acquistavano la prima casa con uno strumento che ha poi fatto storia, "subprime lending". C'è solo da augurarsi, come dice Alva che «non sia troppo bello per essere vero». E che la storia non si ripeta.

22 novembre 2009
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