Un tipo di "Cayman" costa poche decine di euro, un altro circa 51 mila euro. Il primo è un paio di sandali firmati Crocs, coloratisismi e tanto adorati per la loro comodità quanto scherniti per le loro forme non proprio eleganti. Il secondo è un costoso modello di coupé di Porsche. Questo nome che accomuna le due aziende pur esprimendo due stili di consumo così diversi (easygoing il primo, di lusso il secondo) ora potrebbe essere fonte di una fastidiosa questione legale per l'azienda di scarpe di Boulder, Colorado.
Da una nota che accompagna le ultime trimestrali di Crocs, pubblicate la settimana scorsa, sembra infatti che Porsche si sia risentita dell'uso del nome "Cayman" da parte di Crocs e che nel maggio scorso abbia inviato una lettera alla sede europea, lamentandosi del fatto che l'uso del nome infrangesse la legislazione europea sui marchi e chiedendo un immediato ritiro delle scarpe dal mercato. A luglio, poi, ha fatto arrivare a Crocs l'ingiunzione di ritiro delle Cayman di plastica almeno dal mercato tedesco.
Crocs ha risposto che si difenderà «energicamente» contro Porsche. Ma quando gli costerà questa difesa? L'azienda fondata nel 2002 e che in sette anni ha venduto circa 100 milioni di paia, viste anche indosso a piedi celebri come quelli di Al Pacino e Isabella Rossellini, l'anno scorso ha dichiarato bancarotta dopo una perdita di circa 125 milioni di euro, soprattutto a causa dei troppi falsi in commercio. Certamente non a causa dell'accanita concorrenza di Porsche.