Nel 2010 le tre più alte cariche istituzionali della Confederazione elvetica saranno in mano alle donne. È la prima volta nella storia del paese che è stato tra gli ultimi in Europa a concedere il diritto di voto alle donne.
Due rappresentanti del gentil sesso sono già state designate alla presidenza delle due camere dell'Assemblea federale e la settimana prossima spetterà al ministro dell'Economia, Doris Leuthard, essere eletta alla presidenza della Confederazione elvetica per il 2010.
Lunedì a Berna il Consiglio nazionale (Camera bassa) ha eletto Pascale Bruderer alla guida della Camera bassa con 174 voti su 182 schede. La socialista subentra a un'altra donna, la ticinese Chiara Simoneschi-Cortesi, e ad appena 32 anni è la più giovane parlamentare chiamata a ricoprire l'incarico di prima cittadina del paese. Alla presidenza del Consiglio degli Stati (Camera alta) è stata invece scelta Erika Forster Vannini, 65 anni. La liberale-radicale del cantone San Gallo è stata eletta praticamente all'unanimità con 43 voti su 44 schede valide ed è solo la terza donna a presiedere il Consiglio degli Stati (che comprende i rappresentanti dei Cantoni).
In Svizzera, la presidenza della Confederazione è assunta a turno e per un anno dai sette membri del Consiglio federale (l'Esecutivo): l'anno prossimo la prestigiosa funzione spetta all'attuale ministro dell' economia Doris Leuthard, (46 anni) del Partito popolare democratico, che continuerà inoltre a ricoprire l'incarico di ministro. In effetti Frau Leuthard non è la sola donna dell'Esecutivo rossocrociato: in realtà, quasi la metà dei sette Dipartimenti (ministeri) sono in mani femminili. Piuttosto buona anche la posizione della Svizzera nella classifica dell'Unione interparlamentare (Uip) sulle donne nei parlamenti nazionali: il paese è al 26/o posto su un totale di 187 paesi, mentre l'Italia è 52/a. Eppure la Svizzera è stato uno degli ultimi paesi europei ad aver concesso i diritti politici alle donne, anche se il primo ad averlo fatto tramite una votazione popolare. Era il 7 febbraio 1971, quando con il 66% di voti favorevoli gli uomini svizzeri concessero il diritto di voto e di eleggibilità alle donne.