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Cameron l'euroscettico costretto a prendere tempo

di Nicol Degli Innocenti

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3 novembre 2009

LONDRA - David Cameron prende tempo: il leader dei conservatori britannici ha ammesso stamattina di essere "molto deluso" dal via libera della Corte Costituzionale ceca al Trattato di Lisbona e ha promesso di definire la sua nuova strategia europea entro la settimana. L'euroscettico Cameron, che secondo i sondaggi di opinione il prossimo anno vincera' le elezioni e diventera' primo ministro, ha da tempo promesso agli inglesi un referendum sul Trattato. Ora che il tormentato iter si sta per concludere con l'entrata in vigore del Trattato, per il leader conservatore si presenta un dilemma.

La scelta e' tra mantenere la promessa fatta a chiare lettere due anni fa oppure rinunciare al referendum e presentare una strategia alternativa, con il rischio nella prima ipotesi di rendersi ridicolo insistendo per un referendum inutile e nella seconda di essere accusato di ingannare gli elettori con false promesse. Nel 2007 Cameron aveva scritto: "Questa la mia garanzia di ferro: se diventero' primo ministro il Governo conservatore indira' un referendum su qualsiasi trattato europeo". Di recente pero' il leader Tory ha preferito dire che in caso di ratifica del Trattato di Lisbona "non avrebbe lasciato cadere la cosa", anche se e' arrivato al punto di scrivere una lettera al presidente ceco Vaclav Klaus per incoraggiarlo a non firmare. Le cose sono rese piu' difficili dal fatto che il partito conservatore e' profondamente diviso sul tema.

Secondo quanto indicato dallo stesso Cameron, la scelta dei Tories sara' di rinunciare al referendum, insistendo pero' che non si tratta di rinnegare la promessa ma di constatare realisticamente che il Trattato e' ormai legge e non potrebbe comunque essere modificato da un eventuale ‘no' britannico. Un referendum rischierebbe quindi di diventare una scelta ben piu' importante tra restare nella Ue o lasciarla, mossa che Cameron ha escluso. Per placare i molti euroscettici del partito Cameron proporra' invece una nuova strategia di resistenza e opposizione a Bruxelles, che prevede la rinegoziazione di alcuni aspetti del Trattato e la richiesta di riappropriarsi di alcuni poteri soprattutto in materia di politica sociale. Con l'entrata in vigore del Trattato infatti finisce la possibilita' per Londra di porre il veto su molte decisioni Ue e i conservatori sono convinti che Bruxelles avra' troppo potere.

Di tutt'altro avviso il Governo laburista, che ha invece accolto con favore l'annuncio da Praga. Secondo il premier Gordon Brown la ratifica del Trattato di Lisbona e' "positiva per la Gran Bretagna". Londra continua ufficialmente a sostenere la candidatura dell'ex premier Tony Blair come primo presidente della ‘nuova Europa'.

3 novembre 2009
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