Sabato nella capitale danese è la giornata dei due vertici: da una parte quello ufficiale, quello dei governanti, dei possibili accordi sul clima (che poi, troppo, spesso rimangono inattuati) e dei fondi da stanziarie per contrastare il global warming; dall'altro quello delle proteste.
Merkel: possiamo ridurre le emissioni di CO2 del 40%
Rispetto al primo dei due vertici, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha sottolineato che la Germania potrebbero ridurre le emissioni di CO2 fino al 40 per cento. Di fronte alla sfida di un accordo sul clima universalmente accettabile «un'opzione a Copenaghen potrebbe essere quella di decidere le prossime fasi per ridurre le emissioni di gas serra per il 2025 e il 2030», ha detto la Merkel. Il cancelliere tedesco ha poi affermato che l'Ue è pronta a ridurre del 30% le emissioni nocive se anche le altre nazioni si impegneranno più concretamente nella lotta contro il riscaldamento globale.
Sul fronte, invece, della strada, un corteo si è snodato per le strade della città. La marcia è partita dal Parlamento, davanti al Christiansborg Castle, e attraversa la capitale danese per arrivare al Bella Center, teatro del summit, davanti a cui si tengono discorsi e eventi musicali: circa sei chilometri di percorso, organizzato da 515 organizzazioni di 67 Paesi diversi.
Alla fine del corteo, veglia illuminata da candele presieduta dal Premio Nobel, Desmond Tutu. Uno dei principali gruppi organizzatori, Oxfam, ha preannunciato la presenza di vip, tra cui la modella danese-peruviana, Helena Christensen.
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Gli ambientalisti non si sono radunati solo a Copenhagen: ci sono state manifestazioni anche in Italia. Molti attivisti si sono radunati nel centro di Roma nell'ambito della manifestazione «100 piazze per il clima». All'iniziativa, prevista fino alle 22 di sabato, partecipano 50 organizzazioni, tra le quali sindacati federali, ambientalisti e agricoltori. La manifestazione, che si svolge in concomitanza con altrecittà italiane e del mondo, «vuole sensibilizzare i cittadini -hanno spiegato gli organizzatori -, sull'urgenza alla lotta ai cambiamenti climatici e sull'impegno che il nostro Paese dovrà assumersi nella riuscita del vertice nella capitale danese».
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Già nella giornata di venerdì decine di migliaia di persone erano scese in piazza in molti Paesi asiatici (ad Hong Kong, in Indonesia di fronte all'ambasciata Usa, nelle Filippine, in Australia e in Sud Africa-vedi foto a sinistra- ), per chiedere ai leader riuniti a Copenhagen di siglare un accordo che freni davvero il surriscaldamento del pianeta.